Il presidente della Catalogna chiede di intervenire in parlamento martedì, senza citare l’indipendenza

06/10/2017 di Andrea Mollica

La Catalogna risponde al divieto del Tribunale costituzionale spagnolo, che aveva annullato la convocazione del parlamento della comunità autonoma, in modo conciliante.  Ci sarà una plenaria il giorno successivo, senza però la proclamazione dell’indipendenza all’ordine del giorno. L’assemblea legislativa della Generalit si sarebbe dovuta riunire lunedì 8 ottobre per sancire l’indipendenza, come aveva annunciato il presidente della Catalogna Carles Puigdemont nel messaggio alla Comunità autonoma diffuso dopo quello del capo di Stato Re Felipe VI. Il divieto avrebbe molto probabilmente provocato un intervento della Guardia Civil per impedire che il parlamento catalano: se fosse successo, la crisi costituzionale tra Madrid e Barcellona sarebbe diventata ancora più grave. Il presidente della Catalogna non ha però rinunciato a sfidare, almeno parzialmente, il divieto sancito dal Tribunale costituzionale spagnolo, il massimo organismo della magistratura iberica, che in queste settimane si sta profilando come l’istituzione più severa contro gli indipendentisti.

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Carles Puigdemont ha infatti chiesto di convocare la plenaria martedì, con un nuovo ordine del giorno. Non ci sarà più la proclamazione dell’indipendenza, ma una più generica relazione sulla situazione politica attuale. Le massime autorità politiche della Catalogna rimodulano dunque la sfida al Tribunale costituzionale spagnolo, e al Governo di Mariano Rajoy. Non più una rottura frontale, ma una riaffermazione di un proprio potere, la convocazione del parlamento della Generalitat, che cerca di adeguarsi alla decisione di Madrid.  Toni più concilianti sono stati espressi anche da ambo le parti. Il capo dei Mossos d’Esquadra, Josep Lluis Trapero, è stato rimesso in libertà dopo che ha deposto al palazzo di giustizia di Madrid, e per lui non è stata chiesta alcuna misura cautelare dopo l’accusa di sedizione. Un ministro catalano, Santi Villa, ha chiesto un cessate il fuoco per evitare l’irreparabile, mentre il prefetto ha chiesto scusa per le violenze della polizia verificatesi durante il referendum.

Foto copertina: Jordi Boixareu via ZUMA Wire

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