Caso Cucchi, il carabiniere: «Stefano faceva impressione»

06/01/2016 di Redazione

Emergono nuovi dettagli sul caso di Stefano Cucchi: la Repubblica, in un articolo a firma Giuseppe Scarpa, pubblica oggi le testimonianze rese da due carabinieri che hanno avuto a che fare con Stefano, testimonianze che si contraddicono sul tipo di trattamento ricevuto dal geometra trentunenne:

Stava benissimo Stefano Cucchi. Anzi: è stato trattato con i guanti. Questa la versione fornita il 30 luglio scorso dal carabiniere Vincenzo Nicolardi, indagato per falsa testimonianza, al pm Giovanni Musarò. Seccamente smentita («Cucchi faceva impressione ») da un suo collega, un carabiniere della stazione di Tor Sapienza che prese in consegna Cucchi dalle mani di Nicolardi.

«STEFANO CUCCHI FACEVA IMPRESSIONE»

Il carabiniere che smentisce Nicolardi si chiama Gianluca Colicchio, e non è indagato. Ha raccontato di aver chiamato il 118 perché Stefano Cucchi sarebbe stato «in evidente stato di sofferenza»:

A smentire Nicolardi è Colicchio, il militare che a Tor Sapienza riceve il detenuto dal collega: «Sinceramente lo stato del Cucchi destava impressione». Poco dopo, infatti racconta al pm di aver chiamato «il 118 non solo perché il Cucchi mi disse di avere dolori alla testa e all’addome, ma percepii in lui un evidente stato di sofferenza. Inoltre aveva un arrossamento anomalo sul viso, immediatamente sotto gli occhi e quasi fino alle guance».

Nicolardi invece aveva raccontato una storia diversa:

«So che si dice che Cucchi — spiega Nicolardi al pm Musarò — è stato malmenato, ma io posso dire che (…) presso la nostra stazione (Appia, ndr) era stato trattato benissimo. Anzi, ho notato che non veniva trattato neanche da detenuto: lo hanno fatto mangiare, hanno dato da mangiare al cane, non lo hanno neanche messo in cella».

Colicchio riceve anche gli effetti personali di Stefano, compreso un foglietto con il numero privato del del comandante della stazione Appia, Mandolini:

[Colicchio] spiega al pm che è una cosa inusuale. «Il fatto che mi fosse stato dato (da Nicolardi, ndr) il numero di telefono personale del comandante era una cosa strana, perché il numero della stazione era indicato sul verbale di arresto e soprattutto perché, per qualsiasi problema, io avrei dovuto contattare esclusivamente il 112 e non rapportarmi autonomamente con un collega ». Al contrario, Nicolardi giustifica questa scelta sostenendo che il suo maresciallo Mandolini «è un tipo molto premuroso».

ILARIA CUCCHI: «I PROCESSI NELLE AULE DI GIUSTIZIA, MA STEFANO ERA INCENSURATO»

Nuove rivelazioni che arrivano all’indomani delle polemiche per la scelta di Ilaria Cucchi di pubblicare sulla sua pagina Facebook la foto di uno dei carabinieri indagati per la morte di sua fratello. La donna ha scritto sul social network un lungo post, in cui si legge:

I processi non vanno fatti sul web ma nelle aule di giustizia. Sono d’accordo senza se e senza ma. Le garanzie di un paese civile e democratico esigono che chi viene accusato di un qualsiasi delitto deve esserne considerato colpevole solo dopo una sentenza passata in giudicato. Giusto. Cominciamo allora dal sig. Stefano Cucchi. Egli è incensurato. Dico INCENSURATO. È stato arrestato ma mai condannato.

(Photocredit copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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