Il leader di Casapound Di Stefano giustifica l’alleanza con Hitler: «Non si sapeva dell’Olocausto»

18/12/2017 di Redazione

La Seconda Guerra Mondiale e l’alleanza dell’Italia con la Germania di Adolf Hitler? «Se vuoi essere una potenza mondiale non puoi chiamarti fuori da un conflitto del  genere» e «ancora non si sapeva dell’Olocausto». Parla così uno dei volti più noti dell’estrema destra italiana, il leader e candidato premier di Casapound Simone Di Stefano. In un’intervista rilasciata al direttore del quotidiano Libero Pietro Senaldi il 41enne romano non prende le distanze da alcune scelte del regime fascista:

Mussolini fece un altro tragico errore: trascinò l’Italia in guerra…

«Se vuoi essere una potenza mondiale non puoi chiamarti fuori da un confitto del genere».

Ma si schierò con i nazisti…

«Erano gli alleati del tempo, e ancora non si sapeva dell’Olocausto».

Che però il Fuhrer non avesse tutti i venerdì a posto si intuiva…

«Nella guerra mondiale ognuno partecipa in ragione del proprio interesse nazionale. Noi volevamo espanderci in Africa, il nemico era l’Inghilterra. La guerra doveva scoppiare a inizio anni Cinquanta, per dare all’Italia il tempo di ricostruire l’esercito dopo le campagne d’Africa e di Spagna. Hitler sui tempi fece una forzatura».

Di Stefano su Mussolini, alleanza con Hitler, violenza politica

Ma Di Stefano nella stessa intervista minimizza anche sugli episodi di intimidazione da parte di attivisti o simpatizzanti dell’estrema destra. Per il leader di Casapound il problema della violenza non riguarda la sua area. «Chiudete i centri sociali e non ci sarà violenza politica in Italia», «No global e affini pensano di essere depositari del diritto di sfasciare e picchiare», sono le sue parole. In particolare Di Stefano prende le distanze dall’assalto alle sedi dei giornali e dalle irruzioni nei circoli di immigrati compiute da altri movimenti, e sui blitz di Casapound dice che vengono effettuati «per portare all’attenzione di tutti certi argomenti»:

Come la mette allora con i blitz di CasaPound?

«Li facciamo per rompere delle cortine fumogene e portare all’attenzione di tutti certi argomenti. Però non è violenza, li facciamo contro dei Palazzi, strappiamo bandiere».

Assaltare i giornali o fare irruzioni in circoli di immigrati però…

«Ma quello lo fanno gli altri.Gli elettori hanno capito la differenza tra noi e la destra radicale. I blitz contro i giornali aiutano chi vuol tenere alta la tensione contro i fascisti. Fanno comodo alla sinistra. Noi siamo diversi, più strutturati, come si vede dai numeri, e laici, mentre loro hanno una forte impronta religiosa».

E poi, più avanti:

«La legge Scelba dice che chi cerca di zittire gli avversari con la violenza di fatto ricostruisce il partito fascista. Bene,seguendo il dettato della legge, dovrebbero sciogliere i 400 centri sociali presenti sul territorio: se non ci fossero loro, non esisterebbe violenza politica in Italia oggi. No global e affini pensano di essere depositari del diritto di sfasciare e picchiare».

L’ipotesi di un’alleanza tra Casapound e Lega Nord

Per quanto riguarda la sfida delle Politiche 2018, Di Stefano invita Matteo Salvini ad un’alleanza. «Se chiude con Berlusconi, c’è un margine per tornare a parlare», ha detto. «Io sto cercando di rompere con il centrodestra». Secondo Di Stefano un’intesa con Casapound non sarebbe rischiosa per il segretario della Lega Nord: «Se vuoi vincere, qualcosa devi rischiare. Certo, lui ha il problema dei governatori che vogliono stare con Silvio. Però è all’ultima chiamata, o stacca o resta il nipotino di nonno Silvio».

(Foto da archivio Ansa. Credit: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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