Casaleggio: «Non abbiamo paura di governare Roma»

24/12/2015 di Redazione

«Gli italiani cominciano ad accreditarci come forza di governo nonostante le falsità dell’informazione e la barriera messa in atto dai partiti in ogni forma possibile». Gianroberto Casaleggio parla al Corriere della Sera alla vigilia di Natale e sotto l’albero c’è la solita risolutezza anti-sistema: il guru del Movimento 5 Stelle a poche settimane dall’uscita del suo ultimo commentatissimo libro fa il punto sul momento politico attuale, sulle prossime elezioni amministrative, sulla Consulta

casaleggio migranti
ANSA/ANGELO CARCONI

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Su Roma Casaleggio è categorico, nonostante le voci che vorrebbero un Movimento piuttosto freddo sulle possibilità di vincere in un comune trappola, perché da ricostruire dalle fondamenta. Parla così a Emanuele Buzzi:

«Noi vogliamo vincere. Roma è una tappa obbligata prima del governo. Un banco di prova. Se avessimo paura di governare Roma non potremmo neppure pensare di voler governare il Paese»

Ma qual è il nome che verrà presentato sotto il simbolo a Cinque Stelle?

«Una competizione elettorale non può essere ricondotta a degli spot o a chi “mastica” politica, Il nostro punto fermo è il programma. Siamo partiti dai municipi di Roma per raccogliere le candidature che sono state spontanee e che stiamo vagliando in questi giorni […]. Abbiamo identificato dieci aree di intervento per la città di Roma, la cui priorità sarà decisa con una votazione online. Sulle prime tre interverremo immediatamente dopo le elezioni

Poi sulla Consulta, la cui elezioni ha creato più di un malumore nella base:

«Credo che alla fine possa essere considerato un buon accordo, frutto di un confronto da parte nostra chiaro e trasparente con le altre forze politiche. Ci sono situazioni, come la Consulta e la Rai, che richiedono decisioni continue e veloci, per ora ancora impraticabili con il web. In ogni caso il gruppo parlamentare ha discusso e approvato le scelte a maggioranza»

Infine sul suo libro…

Lei […] parla di ipermercati rasi al suolo, di rieducazione forzata, di gogna pubblica, di stop alla caccia, di chiusura per parrucchieri e macellerie, di ministeri della Pace: sono provocazioni?
«Quelle che lei cita sono provocazioni e non un programma di governo. Però chi non vorrebbe un Ministero della Pace? Internet non è una panacea per tutti i mali che affliggono la società però bisogna prendere atto che cambia la realtà e gestire il cambiamento piuttosto che subirlo»

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