Attacco hacker ai malati che si battono per la cannabis terapeutica

«Sono una puttana», un post insolito da leggere sul profilo Facebook di Elisabetta Zambelli, una paziente che si cura con cannabis terapeutica e che è molto attiva per fare valere i diritti dei malati come lei, che hanno sempre più difficoltà a reperire la sostanza. A scriverlo infatti non era Elisabetta, fondatrice e amministratrice del gruppo Facebook ConlaCannabisMiCuro che riunisce coloro che utilizzano o vorrebbero avere informazioni sui farmaci a base di cannabis terapeutica.

Il suo profilo pubblico è stato hackerato lo scorso venerdì, per circa 30 minuti. Il responsabile ha coperto di insulti tutti quelli che – accorgendosi del post insolito pubblicato da Elisabetta Zambelli – hanno lasciato commenti.

DIVERSI ATTACCHI HACKER CONTRO I PROFILI DEI PAZIENTI CHE SI CURANO CON CANNABIS TERAPEUTICA

Un fatto spiacevole, ma ancor più grave perché non si tratta di un caso isolato. «Purtroppo non è la prima volta che lo fanno: l’altra volta mi hanno lasciato libero il profilo dopo un’oretta. Anche l’altra volta ci ha massacrato un pò il gruppo. Stavolta è toccato a me e a Melissa e ad alcuna altre ragazze attive nel gruppo, ma non sappiamo chi sia», ci spiega Elisabetta, mentre la contattiamo attraverso il suo profilo social personale.

Ogni attacco di questo genere indebolisce la battaglia per il libero accesso alla cannabis terapeutica che Elisabetta Zambelli e le altre pazienti conducono. Forse è un caso che negli ultimi due mesi siano stati colpiti a più riprese i profili di coloro che amministrano il gruppo, ma «non crediamo alle coincidenze», ci spiega Elisabetta. «Probabilmente la nostra posizione contraria alla “disobbedienza civile” e all’autoproduzione in molti non va giù e per questo abbiamo continui attacchi», prosegue, dicendosi pronta a presentare una denuncia contro gli attacchi hacker. «L’ho già fatto in passato, per aver ricevuto dei messaggi di minaccia».

CANNABIS TERAPEUTICA ORMAI INTROVABILE IN ITALIA

La sospensione delle terapie a base di cannabis terapeutica – diventata introvabile in Italia nell’ultimo periodo – sta causando ad Elisabetta Zambelli un dolore sempre più acuto. «La denuncia non è più la mia priorità», ci spiega, «spero che la smettano». Gli attacchi al suo profilo sono cessati, ma continuano su quello di un’altra amministratrice del gruppo, Melissa, protagonista di un video appello pubblicato su change.org e condiviso anche da Giornalettismo.

«La cannabis terapeutica ormai è praticamente introvabile ed abbiamo intenzione di partire con una azione legale», si ripromette Elisabetta.

 

 

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