Giallo sulla sorte dei piloti del caccia russo abbattuto dalla Turchia

Continua la crisi diplomatica e militare, e l’escalation delle tensioni, al confine siro-turco dopo l’abbattimento di un caccia russo questa mattina, nell’ambito del – presunto, e contestato da Mosca – sconfinamento del jet oltre il confine turco: quel che è certo è che l’aereo è saltato in aria, che i piloti si sono eiettati e che quindi sono, almeno nell’immediato, sopravvissuti all’esplosione; è sicuro anche che, come ha detto Vladimir Putin in una dichiarazione di fuoco, quanto accaduto nei cieli fra Siria e Turchia peggiorerà, e di molto, le relazioni diplomatiche fra i due paesi: il presidente russo ha definito, senza mezzi termini, le azioni accadute come “una pugnalata alle spalle” data da “amici dei terroristi”.

I PILOTI DEL CACCIA RUSSO ABBATTUTO IN TURCHIA, IL GIALLO

Intanto è giallo sulla sorte di, almeno, il secondo dei due piloti saltati dall’abitacolo del jet abbattuto; le immagini di un’agenzia turca mostrano i due paracadute in volo.

Del primo ormai sembra chiara l’uccisione, visto anche il video che gira da ore sulla rete, con i miliziani che urlano “Allah Akhbar” davanti al corpo senza vita: abbiamo pubblicato le immagini (di cui non è sicura, anche se plausibile, l’attendibilità) in questo articolo a cui vi rimandiamo, avvertendovi della crudezza delle immagini. Fonti dei ribelli siriani hanno affermato di aver ucciso i piloti subito dopo l’eiezione , sparando da terra ai paracadute.

La sorte del secondo pilota è ancora incerta, dicevamo, e per trovare almeno lui sono in azione gli elicotteri russi (uno dei quali è stato costretto ad un atterraggio di emergenza dopo essere stato bersagliato dai siriani); i ribelli affermano di essere in possesso di entrambi i corpi, e così tutti e due i soldati sarebbero morti.

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La disputa principale è quella diplomatica: le autorità turche affermano di aver avvertito “dieci volte in cinque minuti” il jet russo di identificarsi e di astenersi dal violare lo spazio aereo turco, prima di ricevere l’ordine dal governo di aprire il fuoco. L’esercito turco ha diffuso la traccia del passaggio del jet di Mosca.

Ahmet Davutoglu, il presidente turco, ha affermato che la Turchia ha “il diritto di difendere il suo spazio aereo”.

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