Burger King contro gli hipster nella nuova campagna pubblicitaria “Keeping it Real”

05/09/2017 di Redazione

Burger King contro gli hipster: Hungy Jack’s, la filiale australiana della nota catena di hamburger, ha lanciato la campagna pubblicitaria Keeping it Real. Nello spot di lancio un ragazzo seduto in un locale molto alternativo sta per consumare il suo pasto salutare e poco sostanzioso, quando squilla un telefono-hamburger. «Guarda il piatto davanti a te» – gli dice una voce dall’altro capo della cornetta – seriamente stai per mangiare quella roba? Tu non sei come loro, tu sei Patrick, hai bisogno di qualcosa di più sostanzioso».

Il protagonista dello spot di Burger King contro gli hipster a quel punto si guarda intorno: il locale è pieno di stereotipi della nuova tendenza giovanile. Camicie a quadri, cappellini, bretelle, un ragazzo intento a battere su una macchina da scrivere, mentre sui tavoli campeggiano centrifughe salutari, servite in originali barattoli di marmellata. «Devi tornare alla realtà», gli dice la voce. Keeping it Real è lo slogan della campagna di Burger King contro gli hipster.

LO SPOT DELLA FILIALE AUSTRALIANA DI BURGER KING CONTRO GLI HIPSTER

A quel punto Patrick fugge – come gli intima la voce. Una corsa in cui s’imbatte si imbatte in un corso di yoga e in un barber shop, l’emblema della tendenza in voga di questi tempi. Continuando a dialogare con l’hamburger-telefono alla fine il protagonista dello spot arriva davanti a un mega Burger King. E lo spot, come da copione, termina con lui che addenta un grande hamburger.

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Insomma la scelta di Burger King è chiara: anziché inseguire la moda, il fast food la deride, riaffermando i suoi valori: porzioni abbondanti e pasti ipercalorici. Il direttore marketing di Hungry Jack’s, Scott Baird, ha detto che «Keeping it Real è più di una campagna pubblicitaria, è un modo di riaffermare l’ideologia del marchio», assicurando allo stesso tempo che negli ultimi 18 mesi la catena di fast food ha fatto dei grandi miglioramenti nella qualità dei prodotti, bandendo ad esempio la carne con ormoni, le uova provenienti da galline allevate in gabbia, i coloranti e gli additivi per insaporire.

Una virata che la costola australiana di Burger King ha probabilmente dovuto fare anche sulla scia della crescente sensibilità verso un consumo alimentare più etico e più salutare, che – è vero – frequentemente è accompagnato da stili di vita e di abbigliamento che possono far sorridere. Chissà se basta prendere di mira questi, per modificare anche le scelte di ciò che mettiamo nel piatto.

 

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