«I killer del cane si trovano nell’hotel». Ma è solo una bufala. Paura a Modena

04/08/2016 di Redazione

Un hotel di Modena è stato vittima di uno scherzo assurdo, e di cattivo gusto. Qualcuno, probabilmente da Roma, ha diffuso la notizia falsa della presenza nell’albergo dei quattro ragazzi che pochi giorni fa, a Sangineto, in Calabria, hanno picchiato e torturato un cane randagio fino ad ucciderlo. La morte dell’animale ha generato in breve tempo molta indignazione e rabbia dopo la diffusione sul web di un video delle sevizie, che era stato realizzato proprio da uno dei quattro killer.

 

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LA BUFALA DEI KILLER DEL CANE NASCOSTI NELL’HOTEL

La bufala sui seviziatori al Tiby Ritz Hotel ha dato il via ad una lunga serie di telefonate minacciose e mail con insulti e avvertimenti. La notizia ha dunque creato molta paura tra i dipendenti della struttura. Lo racconta oggi Carlo Gregori sulla Gazzetta di Modena:

«Appena è arrivata la prima chiamata, alle 10.30, da una tizia agitata – spiega Hussam Ziti, il titolare (che ieri si trovava via da Modena) – ho dato ordine di controllare tutte le schede dei clienti delle ultime settimane. Nessuno con quei nomi era registrato. Abbiamo trovato un articolo con le loro facce, mai visti. Nessuno sa nulla. Nessuno sa come è nata questa voce falsa. Lo voglio dire chiaramente: al Tiby Ritz quei quattro non sono mai venuti».

 

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(Screenshot da Facebook)

 

La paura è poi cessata fino alla smentita via Facebook dell’associazione Animalisti Italiani Onlus:

Le mail arrivate in poche ore, decine e decine, sono tutte dello stesso tenore e priva di qualsiasi spiraglio di dubbio: «Fuori gli assassini dall’hotel!»; «Sappiamo per certo che sono lì»; «Succederà qualcosa. C’è troppo clamore e poi vediamo chi aveva ragione, se voi o noi». Numerose anche le telefonate.
Poi per fortuna nel primo pomeriggio è arrivata la svolta. Su Facebook l’associazione Animalisti Italiani Onlus sezione di Modena ha smentito la notizia: «I quattro aguzzini di Angelo sono a Sangineto. Non si trovano a Modena come erroneamente diffuso».

(Foto di copertina: )

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