«Gli immigrati non australiani devono adattarsi!»: La bufala del discorso del premier australiano sull’immigrazione

24/11/2015 di Redazione

«Gli immigrati non australiani devono adattarsi!». Inizia così un fantomatico discorso attribuito all’ex premier australiano John Howard, particolarmente aggressivo sul tema dell’immigrazione. Non è una novità, ormai, la viralità di questa “dichiarazione”. Frasi rilanciate a più riprese e da anni da sostenitori della “guerra di civiltà” tra Occidente e mondo musulmano, islamofobi, partiti di destra e movimenti che rivendicano difesa dell’identità nazionale. In realtà, quel presunto discorso del premier australiano è soltanto una bufala. Un falso smentito da tempo. Eppure, condiviso ancora oggi, sull’onda emotiva delle reazioni post-attentati di Parigi.

LA BUFALA DEL DISCORSO DEL PREMIER AUSTRALIANO –

Questo è il discorso integrale che viene attribuito al premier australiano:

«Gli immigrati non australiani devono adattarsi! Prendere o lasciare, sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà. La nostra lingua ufficiale è l’inglese, non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese, o qualsiasi altra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparatene la lingua! La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato. È quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altra parte del mondo come vostro paese di accoglienza, perché Dio fa parte delle nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi domandiamo è di accettare le nostre, e di vivere in armonia pacificamente con noi. Questo è il nostro Paese, la nostra terra e il nostro stile di vita. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo. Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà australiana: il diritto di andarvene. Se non siete felici qui, allora partite. Non vi abbiamo forzati a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il paese che vi ha accettati»

LA BUFALA DEL DISCORSO DEL PREMIER AUSTRALIANO, ECCO LA RICOSTRUZIONE –

Parole che in realtà Howard, primo ministro dal 1996 al 2007, non ha mai pronunciato. Né le hanno pronunciate altri primi ministri australiani, come Jiulia Gillard, un’altra al quale è stata attribuita in passato la paternità del discorso. Il testo, come spiegò tempo fa il Disinformatico (riprendendo anche un’indagine di Hoax-Slayer, ndr) fu scritto da un cittadino americano, Barry Loudermilk, veterano dell’aviazione militare, nei giorni seguenti agli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle a New York e al Pentagono a Washington. Ma non solo: la stessa Australia cinque anni fa smentì la paternità di quel testo, attraverso una rettificata inviata dall’ambasciatore in Italia al settimanale Panorama, dopo che questo aveva pubblicato il testo nella rubrica delle lettere: «I commenti sono completamente inventati», spiegò l’ambasciatore.

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