Brigitte Nielsen: meglio avere amanti che figli

L’attrice e modella racconta le sue storie in un’autobiografia di cui non si sentiva il bisogno

Brigitte Nielsen ha passato più tempo a caccia di amanti e mariti (quando non era impegnata in qualche strambo reality) di quanto ne abbia dedicato ad accudire i figli. Lo racconta lei stessa in una rovente autobiografia che ha appena presentato a Londra dal titolo “You Only Get One Life” (Hai una vita sola) in cui ha documentato la sua vita sessuale movimentata.E la racconta Libero:

Cantante, attrice, modella, ha avuto quattro figli e altrettanti mariti (oggi sta con Mattia Dessi), ma soprattutto un numero nutrito di amanti famosi. Ma quel che colpisce non è tanto la qualità, ma i dettagli degli amplessi. Non ne risparmia nessuno. Inizia raccontando gli esordi d’attrice. Il primo provino. Vestita da vichinga, nel 1984, si presenta per una parte nel film epico “Ya – do”. Racconta: «Il produttore del film, il leggendario Dino De Laurentiis, era in ufficio con il regista Richard Fleischer. “Sei andata molto bene”, disse, “ci sono la sceneggiatura e il contratto”. Non potevo crederci. Il regista ha aggiunto che avrei dovuto recitare con Schwarzenegger. “Chi? Quello muscoloso?”, chiesi». E qui arriva la parte succosa. «Ho scoperto presto che, lontano dal set, la superstar Arnold era tenero, gentile, alla mano… Abbiamo capito prestochetra noi c’era energia e questa si è canalizzata in una relazionepiccante. Sapevamo cheappena il film fosse finito, sarebbe finita anche la storia. Il tempo era poco, abbiamo fatto il possibile. Appena le luci del set si spegnevano, sparivavamo per fare le nostre cose. Volevamo provare tutto. E quando eravamo soli, era esattamente quello che succedeva».

Di qui la sua iniziazione che diventa presto la tendenza:

Brigitte (nome checambiò daGitte, che le sembrava «ridicolo») aveva 21 anni ed era sposata (con Kasper Winding) con un figlio. Si lascia dal marito, ma anche da Arnold. «Ho pagato tutto il divertimento con un grande senso di colpa», scrive la Nielsen. Si trasferisce a New York per promuovere il film e viene a sapere che in città c’era Sylvester Stallone. Le piacevano i tipi muscolosi e non le mancava lo spirito d’ini – ziativa. «L’uomo più sexy che avessi mai visto», dice, «tornai in hotel, ero determinata ad incontrarlo. Presi un pezzo di carta e scrissi: “Dear Mr. Stallone, sono un’attrice emergente e sono a New York per lanciare il film”. Sembrano una fan pazza. Era una cosa eccitante, anche se stupida. Gli ho mandato anche una foto del mio book e l’ho spedita al suo hotel». Sly la chiama. «Grazie del messaggio, vediamoci subito». Anche Stallone era gentile e alla mano. La vuole sedurre (non avrebbe faticato molto) e la invita a «passare un po’ di tempo nella sua casa a Malibu. Lì siamo andati a letto insieme la prima volta. L’abbiamo fatto su una sedia, una grossa sedia americana».

Gitte è stata ripagata bene per il suo impegno:

«Due settimane dopo mi ha offerto un ruolo in “Rocky IV”, poi mi ha chiesto di sposarlo». Divorziano dopo poco. Ma lei non perdetempo. «Ero single e ho avuto la possibilità di incontrare un tipo di uomo completamente diverso. Il cantante dei Simply Red Mick Huknall». I due si sono conosciuti a Manchester, dove lei stava lavorando. Sono a casa di lui. Ci sono spinelli e candele. «Alle tre del mattino Mick dice: “Sto andando a fare il bagno, vieni con me?». Wow, risponde lei. «In fondo era una variante della proposta di andare a letto…». In realtà non successe nulla di più: «Ad essere onesta, non sarei stata con lui nemmeno se mi avesse pagata». «Un’altra notte ho incontrato Sean Penn e Charles Bronson in unclub di Cannes», continua l’at – trice. Nel locale, si va a sedere vicino all’attore, all’epoca legato a Madonna. «Ero completamente presa. Era una cosa puramente sessuale. Avrei fatto di tutto. Quando il club chiuse, siamo finiti in auto. Abbiamo passato una notte bollente nella stanza d’al – bergo di Sean. Fantastico. Poi qualcuno ha bussato alla porta. Non so chi fosse, una voce femminile. Ho pensato fosse Madonna». Domanda: ma dove l’ha trovata, Brigitte Nielsen, tutta questa energia?

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