Bre-Be-Mi, soldi pubblici per evitare la chiusura?

La Bre-Be-Mi è a rischio chiusura? L’autostrada A35 realizzata per collegare Brescia e Milano evitando il passaggio da Bergamo rappresentando un’alternativa alla Torino-Trieste potrebbe trasformarsi in un grattacapo per il Governo e per la Lombardia. L’esecutivo non ha soldi pubblici da usare per sostenere i costi finanziari dell’opera e la Regione risponde paventando per questo la chiusura dell’autostrada.

Bre-Be-Mi, soldi pubblici per evitare la chiusura

LUPI: «NON CI SONO FONDI PUBBLICI STANZIATI» – Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, ha dichiarato in maniera chiara che di soldi per la Brebemi non ce ne sono, anche se ha ricordato come sia aperto un tavolo di confronto tra Regione, Governo e società autostradale: «non ci sono fondi pubblici stanziati non sono previsti nella legge di stabilità, non ci sono nell’emendamento presentato dal governo ieri». Il confronto tra le parti si è reso necessario per via dell’aumento dei costi degli espropri e dell’eseguità del traffico sull’autostrada che collega Brescia a Milano.

«BRE-BE-MI NON AVEVA BISOGNO DI RISORSE PUBBLICHE» – A tal proposito il ministro Lupi ne ha approfittato per sottolineare come in passato l’autostrada fosse stata presentata come un’arteria che non aveva bisogno di risorse pubbliche:

«se sono cambiati i piani finanziari li dovremo vedere e capire le ragioni per cui è accaduto»

 

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MARONI: «IL GOVERNO SI ASSUMA RESPONSABILITÀ» – Non si è fatta attendere la risposta del governatore, Roberto Maroni, intervenuto all’inaugurazione di una mostra a Villa Reale dov’era presente lo stesso Lupi. Maroni ha spiegato come in caso di assenza di un’intervento dell’esecutivo, l’unica è chiudere l’autostrada:

«La questione è decidere se questa opera resta o chiude e quindi se il sistema di progect financing in Italia ha un futuro o no. Se il governo decide noi ci siamo. Altrimenti si assumerà la responsabilità delle conseguenze»

Nei giorni scorsi si è parlato di un accordo tra il governo e la Regione per uno stanziamento di 270 milioni di euro a favore della concessionaria dopo che era tramontata sia l’ipotesi di sgravi fiscali, pari a mezzo miliardo di euro, sia la possibilità di un allungamento della concessione.

IL NO DI LEGAMBIENTE – Legambiente nei giorni scorsi si era scagliata contro l’aiuto pubblico, ricordando come la Regione abbia annunciato per il 2014 tagli al trasporto pubblico locale per 155 milioni mettendo «tra le sue priorità il salvataggio di una concessionaria autostradale sull’orlo del fallimento». Contraria al salvataggio anche  l’associazione degli autotrasportatori Cna-Fita. Secondo il presidente Cinzia Franchini «È incredibile che Lupi tagli risorse economiche dove servirebbero nuove misure di sostegno per le imprese italiane che operano nel trasporto merci come nel trasporto pubblico locale e, contestualmente, continui nell’assecondare quegli imprenditori, come Gavio e soci, proprietari della Brebemi che fanno del rischio d’impresa una vera e propria barzelletta a carico del contribuente».

LE CRITICITÀ – Ne parlammo nella nostra inchiesta. La Brebemi è caratterizzata da una mole di traffico a dir poco scarsa che sta mettendo a nudo quelle che sono le criticità di un’opera costata 2,4 miliardi. Di questi soldi 520 milioni vengono dai soci privati. Il resto è arrivato dalla Cassa Depositi e Prestiti, Dalla Bei, la banca dell’Unione Europea e dalle banche italiane. Inoltre Bre-Be-Mi ha chiesto uno sgravio fiscale di 497 milioni di euro per rendere sostenibile il piano economico e finanziario di interventi realizzati in project financing. Tale sgravio non è però stato accettato ed ora il rischio è che si arrivi al muro contro muro. (Photocredit Maghdi Abo Abia/Giornalettismo)

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