La borsa cinese crolla ancora: -7%. A Shanghai e Shenzhen contrattazioni sospese

07/01/2016 di Redazione

Ancora segnali negativi per l’economia cinese. Le contrattazioni le borse di Shanghai e Shenzen sono state infatti oggi temporaneamente sospese per eccesso di ribasso. È la seconda volta che accade nel corso di questa settimana. A darne notizia è stata l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Le contrattazioni sono state sospese dopo che le azioni sono crollate di più del 7% a Shanghai e dell’8,5% a Shenzhen. Apertura di seduta in rosso per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib che ha fatto segnare il -3,44% a 19.720,04 punti.

 

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BORSE OGGI 7 GENNAIO, CONTRATTAZIONI SOSPESE A SHANGHAI E SHENZHEN

Nel dettaglio, le borse di Shanghai e Shenzhen già lunedì avevano chiuso in anticipo dopo un altro scivolone. La chiusura anticipata quest’oggi è giunta molto presto, meno di mezz’ora dopo l’inizio delle operazioni: l’indice composito della borsa di Shanghai aveva perso il 7,32%, pari a 245,95 punti, arrivando a 3.115,89, mentre la borsa di Shenzhen aveva lasciato sul terreno l’8,35%, pari a 178,08 punti, collocandosi a quota 1.955,88.

Gli scambi alle borse cinesi sono stati inizialmente interrotti per 15 minuti dopo che l’indice azionario CSI 300 è calato del 5%, ma alla ripresa delle contrattazioni l’indice è crollato fino al -7%, costringendo le autorità cinesi ad attivare il cosiddetto ‘circuit breakers’, misura recentemente messa in campo nel tentativo di domare la volatilità dei mercati del paese.

Pechino è dovuta correre ai ripari varando nuove misure sulla vendita di azioni. L’ente regolatore del mercato di Borsa cinese ha annunciato limitazioni alla capacità di vendita dei titoli dei grandi azionisti cinesi, fissando il massimo dell’1% del totale delle azioni di un’azienda. In base alle nuove regole gli azionisti che possiedono più del 5% di un’azienda non potranno cedere più dell’1% del totale nell’arco di tre mesi. E dovranno anche indicare in anticipo al mercato (di 15 giorni) i loro piani.

BORSE OGGI 7 GENNAIO, TOKYO IN CALO

Il crollo è legato anche alla svalutazione dello yuan deciso dalla banca centrale, segnale che Pechino sta cercando di aumentare le esportazioni in un momento in cui l’economia cinese sembra rallentare più del previsto. Ma a pesare sui listini mondiali anche le recenti tensioni geopolitiche, con lo scontro Arabia Saudita-Iran da una parte e le ultime manovre della Corea del Nord dall’altra.

La seconda caduta delle borse cinesi in soli quattro giorni, la discesa del prezzo petrolio e il caso Corea hanno pesato anche in Giappone: sulla piazza di Tokyo l’indice Nikkei ha chiuso la quarta seduta consecutiva di calo. L’indice Nikkei precisamente ha chiuso con un -2,33%, a quota 17.767,34 punti, il suo più basso livello a fine seduta da ottobre 2015. Il più ampio indice Topix intanto ha lasciato sul terreno il 2,08%, a 1.457,94 punti. A scivolare è anche Sidney, che ha chiuso in calo del 2,2%.

BORSE OGGI 7 GENNAIO, APERTURE NEGATIVE IN EUROPA

Numeri negativi anche in Europa. Milano ha aperto in calo di oltre il 3% per poi risalire a -2,65%. Londra ha ceduto il 2,85%, Francoforte il 3,2%, Parigi il 2,8%.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: EPA /HOW HWEE YOUNG)

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