Cosa è l’allarme delle bombe biologiche su bus e metro in Italia

27/12/2016 di Redazione

«Campioni biologici in giro per la città, anche nei mezzi pubblici, senza alcuna precauzione». Elisabetta Argenziano, presidente di Federbiologi, lancia l’allarme sul trasporto di diversi campioni biologici in tutta Italia. La prassi, secondo la nota della associazione, non viene rispettata. Anzi, ci sono situazioni di potenziale pericolo.

LEGGI ANCHE: Aborti in calo grazie alla pillola dei 5 giorni dopo

BOMBE BIOLOGICHE: L’ALLARME DI FEDERBIOLOGI

«Da molti nostri associati – afferma ad Adnkronos Salute la numero uno della Federazione – stanno arrivando scatti realizzati nelle metropolitane e nei pullman, in cui si vedono contenitori di trasporto per campioni biologici poggiati a terra senza alcuna cura». Una reale minaccia per la salute: «In quelle borse potrebbero esserci virus (Hiv o epatite) e batteri (salmonella, Escherichia coli, meningococco), campioni biologici ad alta infettività. Se si rompe il contenitore può venire fuori di tutto, con i poveri inconsapevoli cittadini che non sanno di viaggiare con una potenziale bomba biologica accanto». Secondo le linee guida sul trasporto dei campioni la scatola deve esser sistemata in modo fermo e sicuro nel veicolo stesso. Non solo: a bordo deve essere presente un kit fornito di «materiale assorbente, disinfettante a base di cloro, contenitore per rifiuti, guanti da lavoro resistenti e riutilizzabili».

BOMBE BIOLOGICHE SU BUS E METRO: LE CAUSE

Ma perché si è creata questa situazione in Italia? Secondo i biologi la ragione del fenomeno sta nell’accorpamento dei laboratori con l’invio dei campioni prelevati a un laboratorio centralizzato. «Questa è la prima conseguenza di aver tolto le analisi di laboratorio dalle mani dei professionisti per metterle nelle mani di faccendieri e commercianti, il cui unico obiettivo è il profitto – ha precisato Argenziano – La Regione ha insistito in una politica miope e poco lungimirante, che non ha più come obiettivo la prossimità al paziente, ma il desiderio di gestire un settore che dava lavoro, sicurezza e qualità nella gestione del rischio. Di quello che sta succedendo ora nessuno sa nulla, il governatore, il servizio di prevenzione, la medicina del lavoro, i dirigenti delle Asl».

(in copertina immagine di repertorio ANSA/CIRO FUSCO)

Share this article