«I bombardamenti di Putin in Siria hanno ucciso più di Assad a gennaio»

04/02/2016 di Redazione

Bombardamenti Putin Siria

, a gennaio l’azione militare della Russia contro il terrorismo in Siria e a sostegno di Bashar Assad avrebbe ucciso 679 civili, tra cui 73 donne e 94 bambini, secondo le stime diffuse dal Network siriano per i diritti umani, organizzazione che collabora con l’Onu. Le bombe di Putin hanno per la prima volta provocato più vittime rispetto all’esercito regolare della Siria.

RUSSIA CONTRO ISIS

L’iniziativa militare in Siria della Russia prosegue da ormai diversi mesi, e Mosca ha deciso di rafforzarne l’intensità visti i numerosi obiettivi strategici ottenuti sul campo. Iniziato prima dell’autunno, l’appoggio militare di Vladimir Putin al regime di Bashar Assad si è intensificato a novembre, in reazione all’attentato dell’ISI contro il Metrojet diretto a San Pietroburgo che ha ucciso 224 civili russi. Le bombe e i missili russi stanno colpendo obiettivi terroristici, una formula con cui il ministero della Difesa di Mosca intende sia ISIS sia che il vaso fronte della ribellione sunnita anti-Assad. A gennaio questa azione militare avrebbe causato i il maggior numero di vittime civili provocate dalle diverse fazioni che stanno combattendo in Siria. L’esercito russo avrebbe ucciso 679 civili, secondo i calcoli del Network siriano per i diritti umani, quasi 200 in più rispetto ai 517 ammazzati dalle milizie pro Assad, composte dalle truppe dell’esercito regolare così come dai combattenti libanesi e iraniani inviata da Hezbollah e Teheran. A gennaio ISIS avrebbe ucciso 97 civili, tra cui 22 donne e bambini, mentre i gruppi ribelli 42. Questi dati vanno presi con cautela, anche se la fonte che li ha diffusi, il Network siriano per i diritti umani, è utilizzata anche dall’Onu.

NEWS BOMBARDAMENTI

Le ultime settimane sono state particolarmente positive dal punto di vista militare per la Russia e il suo alleato Bashar Addas. L’offensiva per l’isolamento di Aleppo, la più popolosa città siriana e fronte principale della ribellione anti Assad, sta avendo successo. In questi ultimi giorni le milizie siriane, sostenute dalle bombe di Putin, hanno tagliato le rotte che collegano Mayer, Anadan e Azaz con Aleppo, impedendo così i numerosi rifornimenti della Turchia ai ribelli sunniti. Erdogan ha inviato in questo ultimo periodo sia munizioni e armi, che provviste alimentari per lenire la crisi umanitaria che da tempo colpisce Aleppo, con milioni di persone ormai stremate dalla difficoltà di procurarsi cibo, acqua e medicinali. La tensione tra Russia e Turchia è destinata ulteriormente a crescere, anche se difficilmente due Stati così importanti cercheranno l’incidente militare tra di loro, dopo quanto accaduto con l’abbattimento del jet russo. Ankara è membro della Nato, e in caso di aggressione scatterebbe l’obbligo di difesa da parte di tutti gli Stati che fanno parte dell’Alleanza atlantica.

Photo credit: MAHMOUD TAHA/AFP/Getty Images

Share this article