Bimba muore sul barcone perché le buttano l’insulina

Il padre di una bimba siriana di 10 anni ha raccontato ai magistrati siciliani di come la figlia diabetica di 10 anni sia stata uccisa dalla decisione degli scafisti di gettare il suo zainetto con l’insulina.

Immigrati Fondazione Migrantes
(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

 

HANNO BUTTATO L’INSULINA E UCCISO UNA BAMBINA –

Siriano, 48 anni e una laurea in economia,  3 figlie, ne ha persa una nella traversata verso l’Italia, seconda tappa di un viaggio che ha toccato l’Egitto e che si doveva concludere in Germania, dove la famiglia ha dei conoscenti. Ieri l’uomo, in lacrime, ha raccontato come al sostituto commissario Carlo Parini, che coordina il Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione presso la Procura di Siracusa. Una storia tragica, riferita così dal Messaggero:

Il dettaglio della storia che si è consumata nei giorni scorsi tra le coste africane e quelle siciliane, e raccontata solo ieri da un padre in lacrime a un commissario di polizia di Siracusa, si chiama zainetto. Lo aveva sulle spalle al momento di imbarcarsi una bambina siriana di 10 anni affetta da diabete. Se lo teneva stretto perché sapeva che lì dentro c’era la sua vita; c’erano la siringa e la sua dose di insulina. Ma per gli scafisti evidentemente quello zainetto era solo un inutile ingombro su un barcone stracarico di 320 migranti. Chissà, forse, hanno chiesto un sovrapprezzo per imbarcarlo e non essendo i genitori in grado di pagare lo hanno gettato in mare con il suo prezioso carico. E così quando la piccola siriana ha avuto bisogno di regolare il suo livello di glucosio, ha cominciato a star male fino a entrare in coma. Mentre il suo respiro si affievoliva sempre più il papà, pur nella disperazione, ha trovato la forza per contattare telefonicamente un Imam affinché desse un estremo saluto alla sua bambina. Poi ha gettato il corpicino in mare.

LEGGI ANCHE: Casale di San Nicola: stiamo diventando un popolo di ignavi e di razzisti.

LA TRAGICA LOTTA PER SOPRAVVIVERE –

Una storia raccapricciante che racconta ancora una volta degli enormi pericoli che queste famiglie devono affrontare per fuggire dalla guerra, ma anche della cattiveria degli uomini con i quali devono avere a che fare. Cattiverie che non finiscono una volta arrivati in Italia, dove al varco li attendono le aggressioni e le minacce di xenofobi e razzisti

Share this article