La bestemmia della deputata 5 stelle nella assemblea per le consultazioni al Quirinale

09/12/2016 di Redazione

Oggi il Corriere della Sera racconta l’assemblea del Movimento 5 stelle a Montecitorio tra i deputati. Una riunione andata non proprio in modo tranquillo. Non tutti si sono mostrati d’accordo con Luigi Di Maio. Ci sono diverse tensioni su Italicum e il caso delle firme false a Palermo.

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Racconta Alessandro Trocino per il Corriere:

«È meglio che resti Renzi, altrimenti fanno un governo e chissà quando si va a votare. Così, invece, si va alle urne subito». È Luigi Di Maio, all’assemblea congiunta di mercoledì sera, a dare la linea e ad anticipare quello che i 5 Stelle diranno al Quirinale nelle consultazioni di domani.

Linea condivisa dalla maggioranza, ma non da tutti. Anzi, i mugugni sono a livello di guardia e, a testimonianza del nervosismo, durante l’assemblea, Laura Castelli si lascia andare a una bestemmia, quando un senatore critica l’idea (poi naufragata) di rivedersi ieri, giorno di festa: «Ma come, io lavoro 14 ore al giorno e voi volete andare a casa?». Non è l’unico episodio. Alle proteste di Andrea Colletti contro la
scelta di abbandonare il Democratellum per estendere l’Italicum anche al Senato, si unisce anche Matteo Mantero.
Contesta che la scelta sull’Italicum sia stata fatta dalla Commissione Affari costituzionali e non dall’assemblea. Sbaglia per difetto, perché la scelta è stata fatta da Grillo in persona, solo dopo ratificata dalla Commissione.
Polemiche anche sulle firme false di Palermo, con 23 deputati, ovvero un quinto, che chiedono di discuterne e gli altri che si oppongono perché «è materia che non ci compete». Riccardo Nuti e gli altri sotto accusa chiedono: «Ma chi ha deciso l’automatismo tra indagati e sospensione?». Giulia Grillo si arrabbia e tutto viene rinviato. Intanto Roberta Lombardi, dopo aver segnalato la permanenza di Mafia Capitale a Roma, è costretta a un atto di riparazione, con un post pro Virginia Raggi. E anche Roberto Fico, reo di aver criticato «l’uomo solo al comando» (Di Maio?), scrive una risposta conciliante a Beppe Grillo. Che era stato costretto a intervenire: «Nel M5S non esistono correnti, non abbiamo bisogno di opinioni divisive».

(foto ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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