L’affondo di Bersani contro Renzi: «Mai listone con Verdini». E su Carrai: «Matteo ci ripensi»

21/01/2016 di Redazione

Ora che Denis Verdini è passato all’incasso, con tre vicepresidenze di commissione guadagnate in Senato dopo il voto decisivo di ALA sulle Riforme costituzionali, al Nazareno si è riaperto lo scontro tra maggioranza renziana e minoranza Pd. Alla vigilia della direzione nazionale sulle Amministrative e sulle Unioni Civili, ad attaccare non è soltanto l’ex capogruppo alla Camera Roberta Speranza, che ha chiesto chiarimenti al premier sui confini della maggioranza e sul ruolo dell’ idraulico ex sodale del Cav. Ma soprattutto l’ex segretario Pierluigi Bersani. «Un listone Pd con Verdini? Inaccettabile. Avrei un bel problema..», ha affondato il leader della minoranza, come si legge da alcune anticipazioni dell’intervista rilasciata a Marco Damilano sull’Espresso.

 

Bersani
Bersani e Damilano (Facebook/Pierluigi Bersani | Pagina Ufficiale)

L’AFFONDO DI BERSANI CONTRO RENZI SUL NODO VERDINI

Sul caso Verdini, Bersani ha ironizzato:

«Ho visto che poi si è corretto (rispetto all’ipotesi di “affiliarsi” al Pd, ndr), parla di affiancarsi al Pd ma ha ragione lui: se fai un listone con un altro partito il termine tecnico è affliazione… E se dovesse esserci lui con noi avrei un bel problema. Non accetterei mai uno snaturamento del Pd così evidente e palese. Il Pd non può diventare l’indistinto dove tutto si ammucchia. Queste pensate tattiche e trasformistiche sono destinate a essere spazzate via».

BERSANI SUL REFERENDUM: «NO A PLEBISCITO SUL NOME DI RENZI»

Ma Bersani attacca anche sul nodo del referendum confermativo delle riforme costituzionali di ottobre. Di fatto, trasformato da Renzi in un plebiscito sul suo nome e sull’operato del suo governo, dato che il premier ha avvertito di voler lasciare la politica in caso di bocciatura.

“Matteo Renzi commetterebbe un errore a trasformare il referendum in un plebiscito su di sé. Il Pd sarà unito. A meno che si contraddica il punto di equilibrio che ci ha spinto tutti a votare la riforma, l’elettività dei senatori. Mi schiero con il senso comune: la gente pensa che sia un passo in avanti da appoggiare, ma non percepisce un appuntamento epocale. Se trasformi il voto in Armageddon rischi un ballottaggio anzitempo tra chi è pro o chi è contro Renzi, con qualche rischio. Non ne vedo l’utilità né per l’Italia né per il Pd. E neppure per Renzi».

Critiche dall’ex segretario arrivano pure sul caso Banche:

«Su Banca Etruria e sulle banche è stata proposta una commissione di inchiesta parlamentare. Non sono d’accordo, farebbe solo confusione. Serve invece una commissione di indagine che preluda a una nuova normativa sul risparmio. Dopo il bail-in serve una muraglia cinese da alzare tra la gestione del risparmio e la gestione delle azioni e delle obbligazioni». E ancora: «Sono indignato quando vedo autorevoli commentatori prendersela con i consumatori. L’obbligazionista deve conoscere inconvenienti e margini di rischio. Ci vuole il bollino rosso per segnalare il margine di rischio ma le norme devono rafforzare le responsabilità di chi vende, non di chi compra. Vanno ridefiniti i compiti di Consob e Banca d’Italia».

 

Bersani attacca il segretario dem pure sul caso Carrai, l’amico e fedelissimo del premier che potrebbe essere nominato come “consulente” o responsabile della cybersicurezza: «Renzi ci ripensi.  E non umiliamoci tutti a spiegarci per quale motivo debba farlo», è l’invito dell’ex segretario. Lo stesso spauracchio di Bersani, Denis Verdini, aveva definito la possibilità «un azzardo». Poi, in Aula, era stato il ministro Boschi ad “aggirare” il tema.

Ma nell’intervista di Bersani a Damilano c’è anche spazio per solite polemiche sul dialogo interno al Pd, tema già rilanciato in passato da Bersani e smentito da Renzi. «Discussione? Non abbiamo fatto nessuna vera discussione, sia sulle Unioni Civili che su altri temi. La Direzione dove si parla cinque minuti è un formalismo…», è l’attacco dell’ex segretario. Accuse che mettono in fibrillazione il partito, poco prima di una direzione decisiva in vista delle elezioni 2016.

Share this article