Beppe Grillo blocca la rivolta M5S contro Luigi Di Maio

18/10/2016 di Redazione

Beppe Grillo ferma la rivolta contro Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera è sempre più inviso all’ala ortodossa del Movimento 5 Stelle, che lo critica per l’eccessiva vicinanza all’establishment, una polemica rinfocolata per gli 100 mila euro spesi per le iniziative sul territorio., come rivelato dal libro Supernova. Grillo e Davide Casaleggio però hanno deciso che la leadership di Di Maio nel M5S non possa essere discussa, una posizione condivisa anche da Alessandro Di Battista.

PER BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO NON SI TOCCA

Il Corriere della Sera in un articolo di Emanuele Buzzi e la Stampa con Jacopo Iacoboni raccontano come Beppe Grillo e Davide Casaleggio abbiano bloccato una rivolta di una parte cospicua del gruppo parlamentare contro Luigi Di Maio. Lo dimostrano anche le relativamente scarse polemiche, trattenute però a fatica se si osservano le dichiarazioni dei singoli parlamentari, in merito ai circa 100 mila euro di rimborsi presentati dal vicepresidente della Camera dei Deputati per le sue spese per iniziative sul territorio. Roberto Fico, come raccontato nel libro Supernova, che sarebbe il leader dell’ala ortodossa sempre più critica contro Di Maio, avrebbe speso nello stesso arco temporale poco più di 3 mila euro.

 

LEGGI ANCHE

Firme false M5S, Beppe Grillo: «Siamo davanti a un dramma dell’ignoranza»

LA RIVOLTA CONTRO LUIGI DI MAIO DEI PARLAMENTARI 5 STELLE

I parlamentari dell’ala ortodossa fanno riferimento a Roberto Fico, e contestano a Di Maio diverse posizioni assunte autonomamente negli ultimi mesi. Il tour tra ambasciatori e rappresentanti di finanza e industria è stato svolto dal vicepresidente della Camera senza alcuna consultazione con il direttorio M5S, ormai archiviato da Grillo. In questi incontro Di Maio avrebbe promesso che un eventuale governo a 5 Stelle sarebbe composto da molti tecnici autorevoli, un modo per rassicurare e blandire industria e finanza ancora scettici sul Movimento. Iacoboni rimarca come sia particolarmente criticato il ruolo di Vincenzo Spadafora, uomo chiave nello staff del vicepresidente della Camera, per i suoi legami con l’establishment politico. L’ala ortodossa avrebbe voluto organizzare una assemblea dei parlamentari per criticare Di Maio, ma Grillo ha bloccato tutto.

ROBERTO FICO SMENTISCE IL DISSENSO A 5 STELLE

Roberto Fico ha definito chiacchiere da bar su Facebook le ricostruzioni di Iacoboni sul dissenso all’interno dei 5 Stelle, con l’abituale rifiuto di ogni corrente. I parlamentari legati al presidente della commissione Rai però non si trattengono dal criticare il leaderismo, e il disagio nei confronti di Di Maio emerge. L’unico big pentastellato che non critica il vicepresidente della Camera, né in privato né in pubblico in termini sfumati, è Alessandro Di Battista. Gli altri nomi forti del M5S, da Roberta Lombardi a Carla Ruocco come Paola Taverna, sono invece sempre più scettici, se non arrabbiati, per una strategia politica rassicurante verso l’establishment molto distante dallo spirito originario, si potrebbe definire quasi rivoluzionario, del Movimento 5 Stelle.

Share this article