Beppe Grillo e la puzza di complotto sulla strage a Charlie Hebdo

«I conti non tornano». Beppe Grillo torna sulla strage di Parigi attraverso le parole di Aldo Giannuli sul blog. Giannuli, spesso ospite sul portale, stila otto punti oscuri sulla vicenda che ha colpito la redazione di Charlie Hebdo.

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GIANNULI E LA PUZZA DI COMPLOTTO – «Come mai un obiettivo sensibile -come la redazione di Charlie Hebdo- era così debolmente protetto?», si chiede Giannuli. «Vista da questo angolo visuale, la vignetta che presagiva l’attentato appare come una cosa più sinistra di un semplice presentimento». E ancora tante altre righe che echeggiano i dubbi di tanti complottari sui social. «A proposito di errori: ma voi dove avete mai visto dei terroristi che vanno a fare un’azione portandosi appresso la carta di identità che, poi, dimenticano in auto?». Inutile dire che il post sta facendo discutere.

«Insomma – spiega con piglio convinto Giannuli – resto dell’idea che la pista della strage jihadista sia quella nettamente più probabile, perché coerente con tutto un quadro formatosi da 10 anni in qua, questo però non vuol dire che nella questione non possano esserci altre “manine” di ben altra qualità». «Insomma, molto probabilmente la strage è islamica, però che gran puzza di bruciato», conclude citando lo scarso impegno degli organi inquirenti.

(Foto copertina LaPresse)

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