Cosa sappiamo del batterio che resiste a tutti gli antibiotici

27/05/2016 di Redazione

Allarme negli Stati Uniti per la scoperta di un batterio con un gene che lo rende residente all’antibiotico di ultima istanza colistina, che è solitamente efficace contro la maggior parte dei batteri. La scoperta alza i timori che molte persone possano diventare esposti a gravi o mortali infezioni senza possibilità di porvi rimedio con il ricorso ai farmaci.

SCOPERTO BATTERIO RESISTENTE AGLI ANTIBIOTICI

Il caso riguarda una donna di 49 anni della Pennsylvania, ad aprile ricoverata in una clinica per un’infezione alle vie urinarie. Un’analisi delle urine ha rivelato che un ceppo del batterio Escherichia Coli resistente alla colistina. I risultati sono stati pubblicati ieri online sul sito della rivista scientifica Antimicrobial Agents and Chemotherapy. Il capo dei Centers for Disease Control and Prevention (i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, organismo di controllo sulla sanità pubblica) Tom Frieden ha detto che la scoperta va considerata come un invito a sviluppare nuovi antibiotici e utilizzarli con saggezza. Secondo Friedman siamo giunti alla fine dell’era degli antibiotici per come li conosciamo ora e che bisogna ora agire «con urgenza».

ALLARME DEI MEDICI

«La scoperta di un gene colistina-resistente – hanno affermato invece gli autori della ricerca del National Military medical – fa capire quanto sia necessario trovare trattamenti contro questi batteri». «A quanto sappiamo – ha spiegato il coordinatore del gruppo di lavoro – è il primo caso di gene mcr-1 negli Stati Uniti». A scoprire per la prima volta il gene era stato uno studio condotto in Cina lo scorso anno. Gli esperti avevano individuato il gene in alcuni batteri comuni ma potenzialmente mortali, tra cui anche l’Escherichia Coli, responsabili di polmoniti e malattie ematiche. Un allarme è stato lanciato anche dal microbiologo dell’Harvard Medical School Gail Cassell. «È una situazione pericolosa e potrebbe diffondersi rapidamente – ha affermato – anche in un ambiente come quello dell’ospedale, se non riusciremo ad arginare la situazione in fretta. È impostante capire come si sia infettata la paziente».

(Foto: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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