Bangkok, la bomba del giorno dopo

18/08/2015 di Redazione

Dopo il sanguinoso attentato di ieri a Bangkok, un’altra esplosione nella capitale thailandese, fortunatamente senza conseguenze

UN’ALTRA BOMBA A BANGKOK –

Questa mattina nel centro della capitale thailandese è stato lanciato in acqua da un ponte un ordigno, di potenza modesta. Nessun ferito per l’esplosione in acqua vicino al molo Sathorn, sul fiume che attraversa la città. Il luogo si trova a circa 4 chilometri dal tempio di Erawan. In un video diffuso dalle televisioni locali, si vede l’esplosione provocare alti spruzzi  d’acqua e nulla più.

 UN SOSPETTATO PER L’ATTENTATO A BANGKOK –

il premier Prayuth Chan-O-Cha ha dichiarato: «Stiamo ricercando un uomo»  che farebbe parte di un «gruppo che si contrappone» alla giunta golpista e sarebbe «originario del nordest del Paese». La zona è la roccaforte della Camicie Rosse, i sostenitori dell’ultimo governo democraticamente eletto e defenestrato dai militari dopo anni di contrapposizione con le Camicie Gialle, i sostenitori di Thaksin Shinawatra e di sua sorella Yingluck, che lo aveva seguito nel ruolo di primo ministro dopo che questi aveva dovuto fuggire dal paese inseguito da accuse di corruzione. La storia del paese peraltro non è aliena alla strategia della tensione e la censura della giunta militare sui media locali è strettissima, occorre quindi prendere con il beneficio d’inventario ogni informazione che provenga dagli ambienti controllati dalla giunta golpista.

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I DUBBI SUL SOSPETTATO –

Nelle immagini si intravede un giovane dai capelli mossi e con gli occhiali, vestito con una maglietta gialla, entrare nel complesso dell’Erawan alle 18.52 (tre minuti prima dell’esplosione) con uno zainetto in spalla. In un’immagine successiva, l’uomo abbandona la zona senza lo zaino. L’attentato ha provocato, secondo l’ultimo bilancio ufficiale, 22 morti e 120 feriti e non è stato rivendicato. La novità dell’attacco è che finora la violenza politica si era ben guardata dal colpire il turismo, importante fonte di reddito per il paese, mentre questa volta sembra che l’obbiettivo sia proprio quello di colpire i turisti, tra le vittime infatti ci sono numerosi cittadini di altri paesi asiatici. Il modus operandi è estraneo sia a quello delle Camicie Rosse, che finora avevano fatto detonare qualche ordigno a bassa potenza evitando di prendere di mira le persone, che al movimento di protesta locale nel Sud a maggioranza musulmana, che ha sempre attaccato obbiettivi istituzionali nelle provincie meridionali.

 

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