Banca Etruria, anche papà Boschi nell’atto di accusa di Bankitalia

C’è anche il nome di Pierluigi Boschi, papà del ministro per le Riforme Maria Elena, nell’atto d’accusa firmato dall’ispettore della Banca d’Italia Giordano Di Veglia che racconta la malagestione dell’ultimo cda di Banca Etruria prima della gestione. L’ispezione degli emissari di via Nazionale è cominciato l’11 novembre 2014 per poi chiudersi il 27 febbraio di quest’anno. ne parla oggi Repubblica.

 

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BANCA ETRURIA, PIERLUIGI BOSCHI NELL’ATTO D’ACCUSA DI BANKITALIA

Nel documento di 14 pagine, bollate come «riservatissime», si parla di «fidejussioni del tutto inefficaci nel 91 per cento dei casi», di ufficio della gestione del credito deteriorato «inadeguato», «con solo 19 dipendenti» responsabili ognuno di «550 pratiche», di «mancato tempestivo adeguamento delle norme e dei processi». Il nome di papà Boschi compare due volte  accanto ad una richiesta di sazione. Scrive Fabio Tonacci:

Su una scala da 1 a 6, la malagestione del management di Banca Etruria raggiunge il livello 6, il massimo. Le sanzioni proposte riguardano, oltre all’ex presidente Giuseppe Fornasari (in carica fino al 3 maggio 2014), tutti i membri dell’ultimo consiglio di amministrazione prima del commissariamento, compresi il presidente Lorenzo Rosi e i due vicepresidenti Pierluigi Boschi e Alfredo Berni. Per Boschi, a cui vengono mosse 11 contestazioni, viene chiesta per «carenze nel governo, gestione e controllo dei rischi e connessi riflessi sulla situazione patrimoniale» e per anomale «politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari». Tutti i soggetti interessati hanno il diritto di presentare controdeduzioni (Boschi lo ha già fatto), ma se Bankitalia non le riterrà sufficienti, emetterà le multe. Per Boschi sarebbe la seconda, dopo quella da 144mila euro avuta nel 2012.

(Foto di copertina: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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