La mozione del PD contro Banca d’Italia è un grave errore

Il Partito Democratico ha presentato e approvato una mozione parlamentare che impegna il Governo a individuare un nuovo governatore di Banca d’Italia. Ecco il testo della mozione, approvata con 213 voti favorevoli.

LA MOZIONE DEL PD CONTRO BANCA D’ITALIA

La Camera,

premesso che:

la Banca d’Italia, banca centrale della Repubblica italiana, parte integrante del Sistema Europeo di Banche Centrali, è un istituto di diritto pubblico, regolato da norme nazionali ed europee, indipendente nell’esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze; le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare la stabilità monetaria e finanziaria, anche attraverso il concorso alle decisioni della politica monetaria unica nell’area dell’euro e lo svolgimento dei compiti propri di una banca centrale componente dell’Eurosistema per garantire la sana e prudente gestione degli intermediari;  inoltre, a seguito dell’istituzione dell’Unione bancaria tra i Paesi dell’eurozona, la Banca d’Italia ha assunto dal novembre 2014 la funzione di autorità nazionale competente nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (MVU o Single Supervisory Mechanism, SSM) e dal 2016 di Autorità nazionale di risoluzione delle crisi nell’ambito del Meccanismo di risoluzione unico (MRU o Single Resolution Mechanism, SRM), funzioni estremamente complesse da esercitare in un ambiente caratterizzato da difficoltà crescenti e cambiamenti profondi e che richiedono un’azione efficiente, responsabile e imparziale; la nomina dell’attuale Governatore risale al novembre del 2011 ed è, pertanto, imminente l’obbligo di procedere al rinnovo della carica che, ai sensi dell’articolo 19, comma 8, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia; si tratta di una scelta particolarmente delicata in considerazione del fatto che l’efficacia dell’azione di vigilanza della Banca d’Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall’emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche, che a prescindere dalle ragioni che le hanno originate – sulle quali si pronunceranno gli organi competenti, ivi compresa la Commissione d’inchiesta all’uopo istituita – avrebbero potuto essere mitigate nei loro effetti da una più incisiva e tempestiva attività di prevenzione e gestione delle crisi bancarie; rilevato che le predette situazioni di crisi o di dissesto hanno costretto il Governo e il Parlamento ad approvare interventi straordinari per tutelare, anche attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche, i risparmiatori e salvaguardare la stabilità finanziaria, in assenza dei quali si sarebbero determinati effetti drammatici sull’intero sistema bancario, sul risparmio dei cittadini, sul credito al sistema produttivo e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali,

impegna il Governo

1) ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l’efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema creditizio, individuando a tal fine, nell’ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’istituto, tenuto conto anche del mutato contesto e delle nuove competenze attribuite alla Banca d’Italia negli anni più recenti.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DIFENDE IGNAZIO VISCO

Il testo della mozione contiene l’errore di questa iniziativa parlamentare. La legge, infatti, assegna al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio, le due più importanti figure istituzionali della Repubblica insieme ai presidenti di Senato e Camera, il compito di individuare il governatore di Banca d’Italia. Previa una consultazione con il direttorio dell’istituto centrale. Un simile processo evidenzia l’esigenza di tutelare l’indipendenza di Banca d’Italia, assicurando il coinvolgimento della più importante istituzione di garanzia della nostra Repubblica, il capo dello Stato. Una mozione politica da parte del partito di maggioranza relativa per impegnare il Governo rappresenta uno sfregio a questo equilibrio istituzionale, che, come trapelato sui principali quotidiani, ha suscitato forte irritazione in Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica ha rimarcato l’esigenza di tutelare i rispettivi ruoli istituzionali, bocciando, nella sostanza, il testo della mozione approvata dalla Camera dei Deputati. L’iniziativa del PD appare un segno di affannoso inseguimento del populismo M5S, che non si cura neppure delle regole e del rispetto delle istituzioni.

Share this article