Ballottaggio sindaco di Torino 2016: l’assalto di Appendino a Fassino

16/06/2016 di Alberto Sofia

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BALLOTTAGGIO SINDACO TORINO 2016

L’incubo in casa dem? Un asse tra le opposizioni per far perdere Piero Fassino al ballottaggio del 19 giugno alle Comunali di Torino e per spingere la grillina Chiara Appendino verso la poltrona più importante di Palazzo Civico. Dopo la delusione del primo turno, con il sindaco uscente in corsa per il bis alle Amministrative che si è fermato al 41,8% contro il 30,92% dell’avversaria del M5S, il messaggio lanciato da Matteo Renzi e dal Nazareno a Fassino è quello di passare al contrattacco. Perché sotto la Mole, in un vecchio fortino del centrosinistra dal 1993, una sconfitta avrebbe un peso simbolico pesante per lo stesso premier,  al di là delle smentite di rito.

Per difendersi dall’assalto del M5S al secondo turno, Piero Fassino dovrà soprattutto riportare alle urne il proprio elettorato, di fronte al rischio di un aumento dell’astensionismo. Ma anche cercare di allargare i propri consensi. Il motivo? Al di là della libertà di voto lasciata ai propri sostenitori dalla Sinistra di Giorgio Airaudo (3,7% al primo turno e 14mila voti circa) e da Forza Italia (Osvaldo Napoli al 5,2% e 20mila voti circa) e del tema degli apparentamenti, il verdetto delle urne dipenderà anche dalle scelte singole dell’elettorato.

E il pericolo è che tra l’antirenzismo delle opposizioni e dei suoi militanti finisca per travolgere Fassino e il suo stesso partito. Lo stesso Matteo Salvini, leader di quella Lega Nord che non ha però raggiunto nemmeno il 6% sotto la Mole, ha già annunciato che voterebbe contro il Pd ai ballottaggi di Roma e Torino. Quindi per Virginia Raggi e la stessa Chiara Appendino. Un endorsement che, almeno in via ufficiale, il M5S ha respinto: «Niente poltrone in cambio di voti».

 

 

IL BALLOTTAGGIO A TORINO: NUMERI A CONFRONTO

In due settimane di campagna elettorale molti equilibri possono, di fatto, cambiare. Tradotto, i circa 40mila voti che hanno diviso Fassino e Appendino al primo turno non possono essere considerati in casa dem un bottino sufficiente. Altrimenti, il rischio è un remake delle sconfitte di Livorno nel 2014 (contro lo stesso M5S) e di Venezia nel 2015, quando Ruggeri e Casson non riuscirono a difendere il vantaggio accumulato contro Nogarin e Brugnaro. Precendenti che Renzi, Fassino e i suoi fedelissimi vogliono esorcizzare.

L’ex segretario dei Democratici di Sinistra, per mesi poco tentato dalla candidatura bis prima di cedere alle pressioni del Nazareno, dovrà provare a recuperare consensi soprattutto nelle periferie cittadine. Perché se a Roma il Pd ha vinto soltanto nei quartieri medio alti del centro e dei Parioli, anche a Torino la geografia del voto è simile. Resta il centro cittadino (con il quartiere elegante della Crocetta) l’area dove Fassino è andato meglio, superando la soglia del 50%.

Mentre fuori fa molta più fatica: nelle otto circoscrizioni di Torino, Chiara Appendino è risultata prima con il 36,13% dei voti nei quartieri periferici di Borgo Dora e Vallette (Circoscrizione 5) e si è mantenuta con il 32,62% a soli tre punti da Piero Fassino in altri quartieri simbolo della periferia torinese più difficile, come la Falchera e la Barriera di Milano (Circoscrizione 6). In quest’ultima zona, storico feudo rosso torinese, il Pd è passato dal 55 al 35%. Dati preoccupanti per tutto il Pd, non a caso rilanciati pure dalla minoranza e dalla Sinistra dem.

Nelle periferie anche il centrodestra ha avuto i risultati migliori. Contro il degrado delle aree periferiche e sul tema della sicurezza ora insiste pure Fassino, cercando di ampliare il proprio consenso: più vigili, più telecamere e il superamento dei campi Rom, sono alcune delle proposte rivendicate dal sindaco uscente. Punti sul quale poteva convergere Roberto Rosso, candidato centrista che ha raccolto poco più del 5%. L’ex azzurro, che puntava sul tema sicurezza come condizione per indirizzare i suoi consensi al secondo turno, ha però scelto di puntare su Appendino:«Contro il “sistema Torino”, che ha messo una cappa sulla città. M5s non è il bene, ma è il male minore».

LIBERTÀ DI VOTO PER SINISTRA E FORZA ITALIA AL BALLOTTAGGIO

Anche da Sinistra, nonostante il risultato di Giorgio Airaudo sia stato tutt’altro che esaltante, Fassino potrebbe fare fatica a recuperare consensi. Certo, molto dipenderà dagli elettori. Ma dall’ex sindacalista l’endorsement non è arrivato. «Nessun apparentamento, ma la nostra battaglia per il lavoro continua. Fassino si è occupato più di fondazioni bancarie che di politiche sociali». Un incontro potrebbe essere organizzato però nei giorni precedenti al voto.

Nemmeno Appendino però incasserà il sostegno di SI: «Quando dice che affronterà i problemi del lavoro con gli incentivi dei risparmi della politica, mi viene da sorridere, perché fa la Renzi dei poveri», l’ha attaccata lo stesso Airaudo. Ma il rischio è che anche a Sinistra parte dell’elettorato finisca per punire Fassino in chiave antirenziana.

Anche Forza Italia non si sbilancia. Ma in questo caso i buoni rapporti tra Fassino e Osvaldo Napoli, al di là delle posizioni ufficiali, potrebbero giovare alle ambizioni di riconferma del sindaco uscente. Non è un caso che, già in campagna elettorale, c’era chi aveva bollato la candidatura azzurra di Napoli come un Nazareno in salsa sabauda, un assist a Renzi. Il motivo? «Fassino è presidente di Anci, Osvaldo Napoli presidente di Ancitel: in gergo calcistico si chiama “biscotto”. La squadra più debole fa passare quella più forte», aveva attaccato lo stesso Airaudo. Non è un caso che lo stesso Napoli abbia lasciato intendere che alla fine voterà Fassino: «Ufficialmente ho detto che darò libertà di coscienza. Ma mi aspetto che la candidata grillina dia alcune risposte: è vero che è contraria al Tav, che nelle sue liste ci sono due candidati dei centri sociali? Ecco sarebbe interessante saperlo…». Un attacco al M5S sulle colonne di Repubblica che non ha bisogno di troppe interpretazioni. Al di là delle polemiche, la caccia al voto resta aperta.

AGGIORNAMENTI E NOTIZIE

15 giugno –  Ultimo scontro tra Fassino e Appendino prima del ballottaggio del 19 giugno. Al Carignano è battaglia a tutto campo nel confronto tra candidati. E tra i temi rientra ancora la Città della Salute, dopo lo scontro tra la pentastellata e la ministra Boschi. «Il progetto del 2011 – quello rivendicato dal M5S, ndr – era soltanto il rifacimento di un ospedale», ha attacco il sindaco uscente contro Appendino, che vuole un progetto finanziato soltanto dal pubblico. «Siamo contrari a svendere il patrimonio pubblico come ha fatto la giunta Fassino sulle partecipate».  Per Fassino, però, non c’era altra strada nell’obiettivo del risanamento dei conti del Comune, senza tagliare i servizi.

Ma è scontro anche su povertà, assistenza, periferie. Quelle che per Appendino sono state abbandonate da Fassino. Ma il sindaco non ci sta e snocciola gli investimenti: Manifattura tabacchi, il metrò di piazza Bengasi, Italia 61, la cittadella della Juventus alla Continassa. Infine, è scontro anche sulle possibili Giunte. Appendino attacca Fassino di non averla anticipata, ma lei stessa è in ritardo rispetto agli annunci. Nella sua possibile squadra mancano ancora le tessere per le deleghe alla Cultura, ai Trasporti e alla Sicurezza. 

14 giugno – Su Repubblica il candidato di Forza Italia, Osvaldo Napoli, spiega di essere orientato a votare Piero Fassino. Attacca Chiara Appendino, sfidante del M5S, accusata di essere contraria alla Tav e di avere candidati «dei centri sociali» in lista. Oltre che di aver ottenuto il sostegno di Airaudo e Borghezio. Il candidato di Sinistra Italiana, in realtà, non ha dato indicazione di voto e contestato entrambi i candidati arrivati al ballottaggio. Il leghista, al contrario, conferma il suo orientamento pro-5 Stelle: «Voterò Appendino, senza dubbio. Superata la dicotomia destra-sinistra, basta con il passato»

11 giugno – Quel che temeva Fassino comincia a prendere forma: mentre Sinistra Italiana di Airaudo non darà indicazione di voto, un pezzo del vecchio centrodestra, il candidato centrista ex Fi Roberto Rosso (5,05% al primo turno) ha invitato il proprio elettorato a votare contro il sindaco uscente al ballottaggio: «Contro il “sistema Torino”, che ha messo una cappa sulla città. M5s non è il bene, ma è il male minore», ha annunciato. Un’indicazione che fa discutere in casa dem: «Ognuno è libero di fare le proprie scelte. Continuo a rivolgermi a tutti gli elettori e continuo a presentarmi con le mie idee e le mie proposte concrete», è stata la replica di Fassino. Appendino ha invece incassato l’indicazione di Rosso. «Sono pronta a raccogliere quella voglia di cambiamento espressa da Rosso e da tantissimi torinesi. Sono convinta che i voti appartengano ai cittadini, che devono esercitare un voto consapevole in base al programma e alle persone».

10 giugno – Candidati a confronto. In attesa del ballottaggio del 19 giugno, i candidati di Pd e Movimento 5 Stelle, Fassino e Appendino, si sono confrontati su SkyTg24. Ecco le pagelle di Giornalettismo

I CANDIDATI

Questo è il risultato che i due candidati sindaco promossi al secondo turno hanno conseguito al primo turno:

Risultati Elezioni Comunali 2016 Torino

I SONDAGGI

In vista del ballottaggio non è possibile pubblicare nuovi sondaggi sulla partita elettorale per il sindaco di Torino. Restano quelli pubblicati quindici giorni prima del voto. Al primo turno, le stime sono state più o meno rispettate. Questo era quanto prevedevano i maggiori sondaggisti prima del black out: al ballottaggio il divario tra i due candidati si riduceva, ma con Fassino comunque dato in vantaggio  contro la candidata del Movimento 5 Stelle.

Sondaggi Elezioni Comunali 2016 Torino
Gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto al secondo turno delle Elezioni Amministrative a Torino (Tabella di: Giornalettismo)

 

COME, QUANDO E DOVE SI VOTA

Ma quando si voterà? La data del ballottaggio è stata già decisa. Le urne saranno aperte soltanto per la giornata di domenica 19 giugno, dalle 7 alle 23.

Come si vota? Il secondo turno sarà una sfida tra i due candidati che hanno ottenuto la percentuale di voti maggiore, seppur senza raggiungere il 50% dei voti. Ovvero, a Torino, Piero Fassino (Pd-Moderati-Civiche) e Chiara Appendino (M5S). Nei comuni con un numero di abitanti maggiore a 15mila, come nel capoluogo piemontese, sarà eletto il candidato sindaco che avrà ottenuto più voti validi.

Gli elettori riceveranno soltanto una a scheda riportando i nominativi dei due sfidanti. Tutti gli aventi diritto possono votare, anche chi non ha votato al primo turno. Basterà presentarsi al proprio seggio con un documento di riconoscimento e la tessera elettorale (qui vi spieghiamo come sostituirla se deteriorata, smarrita o piena).

I diciottenni che non avevano compiuto il diciottesimo anno d’età prima del 5 Giugno 2016 – data del primo turno – non potranno votare. Il motivo? Il ballottaggio viene considerato collegato al primo turno e la platea degli aventi diritto è quella certificata come valida per il primo turno stesso. Per votare l’elettore può esprimere il suo voto tracciando un segno sul rettangolo contenente il nome e cognome del candidato sindaco prescelto sotto il quale sono riprodotti i contrassegni delle liste collegate.

Entro sette giorni dal primo turno di votazione, i candidati potranno dichiarare di essersi “apparentati” – collegati, ndr – con altre liste.

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