Ballottaggio sindaco di Milano 2016: la sfida della Nazione tra Sala e Parisi

14/06/2016 di Andrea Mollica

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BALLOTTAGGIO SINDACO MILANO 2016

Il ballottaggio tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi è la sfida politicamente più importante delle elezioni comunali del 2016. L’ex amministratore delegato di Expo 2015 è il candidato su cui il presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi ha puntato di più. La vittoria facile alle elezioni comunali di Milano 2016 prevista però qualche mese fa da molti osservatori non è arrivata. Il centrodestra, diviso praticamente in ogni luogo, a Milano si è riunito attorno alla candidatura di Stefano Parisi. L’ ex direttore generale del comune guidato da Gabriele Albertini è riuscito a superare il 40%, e ora punta in particolar modo sulla voglia di cambiamento dei milanesi per conseguire la vittoria. Un successo che avrebbe un rilevante impatto nazionale: pesante battuta d’arresto per il governo, e l’arrivo di un nuovo leader per il centrodestra ancora diviso tra l’ormai logora guida di Silvio Berlusconi e l’incapacità di Matteo Salvini di conquistare voti in molte parti d’Italia.

 

 IL BALLOTTAGGIO A MILANO : I NUMERI DEL PRIMO TURNO

Milano è una città che ha trasformato la sua identità politica negli ultimi anni. Dal crollo della Prima Repubblica fino al 2010 la città era orientata verso il centrodestra, tanto che a Milano sono esplosi i due partiti che l’hanno guidato sin dall’inizio degli anni Novanta, e ancora oggi lo compongono, Forza Italia e Lega Nord. Dal 2011 in poi invece il centrosinistra è sempre arrivato primo in città. Così è successo con la netta vittoria di Giuliano Pisapia, che ha avuto un cospicuo vantaggio al ballottaggio su Letizia Moratti così come nel primo turno alle comunali di 5 anni fa. Nelle elezioni politiche del 2013 la coalizione Italia Bene Comune di Bersani aveva ottenuto 4 punti in più rispetto al centrodestra di Silvio Berlusconi, mentre alle regionali svolte in contemporanea il vantaggio di Umberto Ambrosoli su Roberto Maroni era cresciuto fino al record dei 14 punti. Il PD alle europee del 2014 aveva sfiorato il 45%, quasi 30 punti sopra Forza Italia.  Alle comunali 2016 invece Milano è tornata in equilibrio, con il centrosinistra e il centrodestra praticamente appaiati. Giuseppe Sala ha ottenuto 224156 preferenze, contro le 21928 di Stefano Parisi. Meno di un punto percentuale di differenza, 41,78 per il centrosinistra e 40,8 per il centrodestra.

GLI ELETTORI DEL M5S DECISIVI AL BALLOTTAGGIO

La differenza nel voto di lista tra centrosinistra e centrodestra è ancora più limitata. Le liste a sostegno di Sala hanno preso il 41,16%, neanche mille voti in più rispetto al 40,99% delle formazioni schierate con Stefano Parisi. Il PD è stato il primo partito in città con il 28,97% dei voti, seguito a sorpresa da Forza Italia tornata brillante sopra il 20%. Al ballottaggio sarà decisiva la capacità di mobilitazione di chi ha votato per Sala e Parisi al primo turno, ma visto che si parla praticamente di un numero identico conteranno in modo decisivo le forze escluse. Più vicini a Sala sono i Radicali di Cappato e la lista di sinistra di Basilio Rizzo, che hanno preso rispettivamente poco più di 10 e 19 mila preferenze. I Radicali hanno annunciato il loro sostegno, Rizzo non intende invece dare indicazione di voto. A destra di Parisi ci sono i voti di Nicolò Mardegan, poco meno di 6 mila. Appare decisivo il consenso ottenuto dal candidato del M5S, Gianluca Corrado: 52376 preferenze, pari al 10,39%, che deciderebbero la sfida se si orientassero da una parte oppure dall’altra. L’avvocato pentastellato ha annunciato che andrà a votare senza esprimere una preferenza, ma ha espresso una maggiore simpatia verso Parisi.

AGGIORNAMENTI E NOTIZIE

14 giugno –  Endorsement inatteso per Beppe Sala. Arriva dal cantante Adriano Celentano. Sul Fatto Quotidiano così scrive:

«Sala può essere davvero un buon sindaco. Anche a Milano c’è stata qualche stonatura. Giuseppe Sala, per esempio, che a me non dispiace anche per come ha condotto con successo l’Expo: bisogna dire che anche a lui gli si è spezzato ‘l’acuto’ sul problema delle moschee. Ma, a parte questo e le grandi bugie che dicono sul suo conto, Sala può essere davvero un buon sindaco. E il fatto che uno come l’ex pm Colombo, in seguito a una proposta dello stesso Sala, abbia accettato di istituire un comitato per la legalità e la trasparenza, è un segnale positivo da non sottovalutare». «Però – ammonisce – Sala non esiterebbe ad accogliere le Olimpiadi. Come se anche a Milano non ci fossero gli stessi problemi che ci sono a Roma, Napoli, Palermo e dove la terra dei fuochi potrebbe espandersi dalla Calabria ai confini della Germania. La mafia insegna».

13 giugnoBeppe Sala ha annunciato i primi nomi della sua possibile giunta, nel caso vincesse a Milano: se diventerà sindaco nella sua squadra ci saranno il direttore di Radio Dj Linus e il consigliere regionale, Umberto Ambrosoli, sconfitto per poco da Roberto Maroni alle ultime regionali in Lombardia. Ma non solo: con Sala ci sarà anche la storica radicale Emma Bonino, l’ex ministro degli Esteri al quale Sala vorrebbe affidare un ruolo di consigliere per la politica internazionale. Infine, Sala intende affidare la guida di una commissione sulla legalità e la trasparenza all’ex magistrato Gherardo Colombo. L’ex pm fu evocato come possibile nome per la lista della sinistra anti-Sala “Milano in Comune“, ma declinò spiegando di “non voler essere elemento di divisione“. 11 giugno – Intesa tra i Radicali di Marco Cappato (1,8% dei consensi, poco più di 10mila voti al primo turno) e Beppe Sala in vista del ballottaggio di Milano.

«Ci uniscono obiettivi fondamentali per la città, quali in particolare un deciso sviluppo dell’edilizia convenzionata e l’utilizzo dei referendum come strumento di partecipazione dei cittadini. Oltre a ciò abbiamo verificato la comune volontà a fornire risposte non demagogiche sui temi dell’immigrazione, dell’ambiente e dei diritti».

10 giugno – «Non vi è stata e non vi sarà alcuna trattativa e tanto meno apparentamento con Beppe Sala per la lista Milano in Comune». A escludere un’intesa tra la Sinistra che ha strappato con il Pd al primo turno e il candidato sindaco di Milano è lo stesso Basilio Rizzo. “Milano in Comune” non intende dare indicazione di voto ai propri elettori: «La conquista del voto libero degli elettori di Milano in Comune resta nella capacità di assumere nel ballottaggio parte delle proposte già note in tema di valorizzazione del lavoro pubblico e della qualità dei servizi comunali, salvaguardia del patrimonio comunale, impegni di spesa concreti sulle periferie e sulla casa, l’attenzione alla salute dei cittadini e come rendere amichevole e attrattiva Milano per studenti e giovani lavoratori», è la posizione ufficiale. 8 giugno – Su SkyTg24 è stato organizzato il confronto tra i due candidati a sindaco di Milano che domenica 19 si sfideranno al ballottaggio, Beppe Sala e Stefano Parisi. Ecco le nostre pagelle.

I CANDIDATI

I risultati ottenuti dai principali candidati al primo turno delle elezioni comunali di Milano che hanno permesso a Giuseppe Sala e Stefano Parisi di arrivare al ballottaggioBallottaggio sindaco Milano 2016

I SONDAGGI

In vista del ballottaggio non è possibile pubblicare nuovi sondaggi sulla partita elettorale per il sindaco di Milano. Prima del blackout alla diffusione dei dati sulle intenzioni di voto imposto agli organismi di informazione a quindici giorni dal voto diversi istituti avevano rilevato una situazione di grande equilibrio tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi. Il candidato del centrosinistra era stimato in leggero vantaggio, ma al primo turno il suo margine sul suo principale è stato leggermente sovrastimato dagli istituti demoscopici. La sfida sembra davvero potersi giocarsi fino all’ultimo voto. Ballottaggio sindaco Milano 2016

COME, QUANDO E DOVE SI VOTA

Ma quando si voterà? La data del ballottaggio è stata già decisa. Le urne saranno aperte soltanto per la giornata di domenica 19 giugno, dalle 7 alle 23. Come si vota? Il secondo turno sarà una sfida tra i due candidati che hanno ottenuto la percentuale di voti maggiore, seppur senza raggiungere il quorum del50%. A Milano questi due candidati sono Beppe Sala e Stefano Parisi. Nei comuni con un numero di abitanti maggiore a 15mila, come nel capoluogo lombardo, sarà eletto il candidato sindaco che avrà ottenuto più voti validi. Gli elettori riceveranno soltanto una a scheda riportando i nominativi dei due sfidanti. Tutti gli aventi diritto possono votare, anche chi non ha votato al primo turno. Basterà presentarsi al proprio seggio con un documento di riconoscimento e la tessera elettorale (qui vi spieghiamo come sostituirla se deteriorata, smarrita o piena). I diciottenni che non avevano compiuto il diciottesimo anno d’età prima del 5 Giugno 2016 – data del primo turno – non potranno votare. Il motivo? Il ballottaggio viene considerato collegato al primo turno e la platea degli aventi diritto è quella certificata come valida per il primo turno stesso. Per votare l’elettore può esprimere il suo voto tracciando un segno sul rettangolo contenente il nome e cognome del candidato sindaco prescelto sotto il quale sono riprodotti i contrassegni delle liste collegate. Entro sette giorni dal primo turno di votazione, i candidati potranno dichiarare di essersi “apparentati” – collegati, ndr – con altre liste.

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