Bad bank, come funziona l’accordo tra Italia e UE sui crediti deteriorati

Bad bank

, Italia e UE hanno trovato un accordo per facilitare le banche a smaltire le sofferenze così come i prestiti incagliati. Gli istituti di credito del nostro Paese sono gravati da crediti deteriorati che rappresentano circa il 20% dei prestiti complessivi, e l’intesa, che non prevede aiuti di Stato, potrebbe facilitare le banche a erogare più credito e così stimolare l’economia.

BAD BANK ITALIA

Le trattative tra il governo Renzi e la Commissione europea sulla bad bank sono arrivate a un punto di intesa dopo un confronto, anche molto acceso, durato molti mesi. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager hanno siglato un’intesa politica su una bad bank che grazie alle garanzie statali ceda i crediti deteriorati a prezzi di mercato. Il concetto è particolarmente contraddittorio, come spesso capita nelle intese tra UE e Stati Membri, visto che in teoria se i prezzi sono di mercato non servirebbe l’intervento pubblico. Ma il mercato per cedere questi prestiti è particolarmente bloccato, visto che la svalutazione dei crediti deteriorati metterebbe in grave difficoltà le banche italiane. Il Governo Renzi avrebbe voluto costituire un veicolo finanziario che, grazie al denaro pubblico, avrebbe aiutato le banche a cedere questi asset ormai deteriorati a un prezzo superiore a quello chiesto sul mercato. Non sarà così, visto che questo tipo di intervento è contrario alla normativa sugli aiuti di Stato, così come contradditorio sulle nuove regole dei salvataggi bancari, il cosiddetto bail-in. La bad bank classica, adottata dalla Spagna con prestiti erogati alle condizioni della Troika, un veicolo finanziario centrale che acquista e vende i crediti deteriorati tramite la copertura del denaro pubblico, non ci sarà, visto il no fermo dell’UE.

BAD BANK SIGNIFICATO

L’UE ha accettato il nuovo sistema proposto dall’Italia, la Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie, Gacs. Questa consentirà alle banche italiane di cedere i propri crediti deteriorati a nuovi veicoli finanziari , creati per ogni istituto, che potranno rivenderle attraverso l’emissione di un titolo cartolarizzato coperta da una garanzia pubblica. I dettagli saranno forniti nei prossimi giorni, ma il Tesoro ha diffuso un comunicato per spiegare il nuovo meccanismo. In sintesi, il credito deteriorato sarà trasformato in un’obbligazione, e suddivisa in tre parti. Il rimborso statale varrà solo per una, la più solida. Il prezzo della garanzia sarà calcolato sul valore dei Credit default swap, i derivati che coprono il rischio trasferendo il rischio di credito in caso di fallimento. I dettagli evidenziano come sia prevalsa la linea UE, sia sulla valutazione dei crediti deteriorati, che sul prezzo della garanzia statale.

Lo Stato garantirà soltanto le tranche senior delle cartolarizzazioni, cioè quelle più sicure, che sopportano per ultime le eventuali perdite derivanti da recuperi sui crediti inferiori alle attese. Non si potrà procedere al rimborso delle tranche più rischiose (junior e mezzanina), se non saranno prima state integralmente rimborsate le tranche senior garantite dallo Stato. Le garanzie possono essere richieste dalle banche che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro, calcolata come percentuale annua sull’ammontare garantito. Il prezzo della garanzia è di mercato, come riconosciuto anche dalla Commissione europea, che concorda sul fatto che lo schema non contempli aiuti di Stato. Il prezzo sarà calcolato prendendo come riferimento i prezzi dei CDS degli emittenti italiani con un livello di rischio corrispondente a quello dei titoli garantiti. Il prezzo sarà crescente nel tempo, sia per tenere conto dei maggiori rischi connessi a una maggiore durata delle note, sia per introdurre nello schema un forte incentivo a recuperare velocemente i crediti. Il prezzo previsto per i primi tre anni è calcolato come media del mid price dei CDS a tre anni per gli emittenti con rating corrispondente a quello delle tranche garantite. Al quarto e quinto anno il prezzo aumenterà in conseguenza dell’applicazione di un primo step up (CDS a 5 anni) e del pagamento di una maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 3 anni. Dal sesto anno in avanti il prezzo della garanzia sarà pieno (CDS a 7 anni). Per il sesto e settimo anno sarà anche dovuta una ulteriore maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 5 anni.

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