Attentato Bruxelles, il papà che si salva perché gioca con le figlie gemelle. E condanna la mamma

23/03/2016 di Giordano Giusti

Adelma Marina Tapie Ruiz, 36 anni, nazionalità peruviana, non c’è più. Non c’è più soprattutto per le sue due gemelline, Maureen e Alondra, e per il loro papà, Christopher Delcambe, suo marito. Che si sono salvati. Il giorno dopo attentati come quelli di Bruxelles – almeno 31 le vittime accertate al momento – è il giorno delle storie, delle sliding doors: chi ha perso il volo e si è salvato, chi ha anticipato un appuntamento e ha cambiato per sempre le sorti del proprio destino, chi ha preso la metro prima, chi in quell’aeroporto non doveva proprio esserci. Adelma si ritrova sola al banco del check-in dell’American Airlines – tratta Bruxelles-New York – per una manciata di minuti, forse anche meno: Maureen e Alondra giocano in quella attesa dei controlli che è interminabile per gli adulti figuriamoci per due bambine di tre anni. Rincorrendosi improvvisamente si allontanano, sgambettano per il terminal e Christopher allora gli corre dietro, Adelma resta in fila per non perdere il posto. In quel preciso momento il primo kamikaze preme un pulsante e si fa saltare in aria: il corpo di Adelma sarà il primo a essere ritrovato nel disastro di Zaventem. Christopher e le due bambine, feriti lievemente, sono illesi.

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Adelma, che era di Iquitos, una delle più grandi città del Perù, aveva raggiunto Christopher a Bruxelles qualche anno fa: scrive il Corriere della Sera che la sua passione più grande era la cucina, voleva che diventasse un lavoro. «È impossibile descrivere il dolore che stiamo provando in questo momento ma so che devo farlo» ha scritto su Facebook Fernando, il più grande dei quattro fratelli di Tapia. Qui sotto, in uno scatto, il sorriso di Tapia abbracciata ai suoi gioielli. Spento per sempre.

Photocredit copertina @perupost_news

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