Asia Argento denuncia lo stupro, ma per il web è lei la tr**a

Quello che è successo in queste ore ad Asia Argento è davvero imbarazzante. E mostra come, a volte, l’Italia del web sia davvero ingiustificabile. Nella giornata di ieri, l’attrice ha denunciato di essere stata, a soli 21 anni, tra le vittime delle molestie sessuali del potentissimo produttore cinematografico Harvey Weinstein. Eppure, nelle pagine social dei vari network che hanno diffuso la notizia, l’attrice italiana passa per la colpevole della situazione.

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«ASIA ARGENTO TROIA», IL DELIRIO DELLA RETE

Commenti incredibili, offese impronunciabili. Asia Argento è la «troia», che prima ha beneficiato delle avances del produttore e che soltanto dopo ha denunciato, nel momento in cui per lei è stato più conveniente. E così, mentre le altre star di Hollywood che hanno fatto emergere la colpevolezza del produttore-sciacallo (che sfruttava il suo potere per assoggettare quante più attrici possibile) ricevono attestati di solidarietà a destra e a manca, Asia Argento è costretta a dover far fronte a un vero e proprio attacco ingiustificato sui social network.

«ASIA ARGENTO TROIA», IL RAMMARICO DELL’ATTRICE

Le parole dei tanti utenti della rete che hanno criticato l’attrice, figlia del regista Dario ed ex compagna del cantautore Morgan, sono state delle vere e proprie staffilate per Asia Argento che, in giornata, ha avvertito l’esigenza di denunciare – sempre attraverso i canali social – il proprio rammarico per la situazione che si è venuta a creare.

«Solo in Italia – scrive su Twitter – vengo considerata colpevole del mio stupro perché non ne parlai quando avevo 21 anni ed ero terrorizzata. Sono delusa, triste».

Eppure, nonostante l’accorato appello, c’è ancora chi insiste e, in risposta al tweet, si dice convinto della sua convinzione iniziale: Asia Argento sarebbe una approfittatrice meschina, che è sempre stata abituata a far carriera utilizzando «scorciatoie» e che ora cerca visibilità attraverso questa denuncia.

Una posizione davvero censurabile, frutto dell’ennesima visone machista del mondo, del pregiudizio nei confronti della figura femminile in generale, di una logica patriarcale che, nel 2017, dovrebbe ormai essere superata. Ma, a quanto pare, il modernissimo mondo del web è ancora fermo al Medioevo.

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