Vendiamo le armi all’ISIS?

ISIS armi

Da dove vengono le bombe, i mitra, i fucili e le altre armi con cui i miliziani dell’ISIS combattono per espandere il sedicente califfato? Gli studi di CAR, Ong che studia gli armamenti nei conflitti, indicano come ISIS abbia a disposizione armamenti probabilmente rubati all’esercito iracheno, così come da quello siriano, oltre a fucili, bombe e missili anti carro provenienti dalle forze militari americane. Rilevante anche la presenza di armi provenienti dal Sudan ,di fabbricazione cinese, mentre ISIS ricorre sempre più spesso alla fabbricazione in proprio delle armi.

ISIS ARMI KOBANE

– Vendiamo le armi all’ISIS, l’Italia assieme al resto dell’Occidente? Questa tesi circola in rete come sui social, ma le prove, poche per il momento, a disposizione sulle armi in mano ai jihadisti del sedicente califfato islamico non sembrano confermarlo. CAR è una Ong, finanziata anche dall’Unione Europea, che studia gli armamenti utilizzati nei conflitti che si svolgono in questo momento storico. Diverso tempo fa CAR aveva studiato la provenienza delle armi con cui ISIS aveva organizzato il suo lungo assalto, durato circa 4 mesi, alla enclave curda di Kobane. Come rimarca CAR nel suo studio, l’analisi effettuata è lacunosa, visto che molte armi precedentemente a disposizione dell’ISIS sono state prese dall’esercito curdo YPG. Questa è una caratteristica ricorrente nel conflitto in Siria e in Iraq. Molte armi sono praticamente scambiate tra le diverse parti in conflitto, a seconda di chi vince una determinata battaglia. A Kobane le armi dell’ISIS sono state prese dai guerriglieri curdi dopo che i miliziani del sedicente califfato sono stati sconfitti. Ai molti uccisi sono stati tolti i loro fucili, così come i mortai, i missili anti carro e l’artiglieria pesante abbandonata dopo il fallito assalto. Allo stesso modo ISIS ha preso molte armi a disposizione dell’esercito iracheno, siriano, così come degli altri gruppi ribelli contro cui ha combattuto per instaurare il sedicente califfato, oltre che la varia artiglieria fornita dalla Nato, in primis dagli Stati Uniti, alle forze armate di Baghdad e alle milizie siriane anti Assad e non fondamentaliste.

 

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ISIS ARMI TIPOLOGIA

– Nel report sulle armi dell’ISIS con cui è stato organizzato l’assalto a Kobane manca in realtà la parte più rilevante, visto che è stata presa da YPG per rimpinguare la sua artiglieria. In ciò che ha rimasto CAR ha individuato armi i mitragliatori cinesi CQ con numeri seriali rimovibili, che assomigliano molto ai fucili venduti dal Sudan ai ribelli del Sudan del Sud nel 2013. La scoperta più “misteriosa” riguarda i fucili mitragliatori FN FAL fabbricati in Belgio, che non fanno parte delle armi a disposizioni delle forze armate siriane o irachene. Secondo CAR le munizioni trovate all’interno di queste armi potrebbero indicare una provenienza libica. L’Ong ha notato come negli arsenali dell’ISIS ci sia una quantità rilevante di esplosivi fabbricati in loco, che evidenziano come il sedicente califfato non dovrebbe avere a disposizione armi tecnologicamente avanzate. Il dispositivo più avanzato utilizzato dall’ISIS sono i missili MILAN, anti carro, così come a Kobane i jihadisti utilizzavano il sistema missilistico MANPAD che permette a un militare di sparare contro un aereo. ISIS aveva a disposizione i razzi egiziani SALR, così come un numero consistente di artiglieria utilizzata dall’esercito iracheno. ISIS ha utilizzato diversi lanciamissili RPG-22 di fabbricazione russa e bulgara. La maggior parte delle munizioni ritrovate a Kobane erano fabbricate in Russia, Iran e Cina, probabilmente prese all’esercito siriano. Questo spiega probabilmente il motivo per cui sono stati riscontrati pochi M16, fucili mitragliatori che l’ISIS ha strappato all’esercito iracheno, ma che non possono essere ricaricate vista la scarsezza di munizioni. A Kobane CAR ha conteggiato 280 kalashnikov, di cui molti di fabbricazione russa, precedentemente a disposizione dell’esercito russo. Alcuni di questi fucili mitragliatori AK 47 erano di fabbricazione particolarmente antiquata, anche risalente agli anni ’50.

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