Morto Ariel Sharon: chi era il «Bulldozer» più famoso d’Israele

Ariel Sharon è morto. Lo fa sapere Haaretz. L’85enne ex premier israeliano era in coma da otto anni, dopo essere stato colpito da un infarto nel pieno della sua carriera politica, e nelle ultime settimane le sue condizioni erano peggiorate drasticamente.

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ARIEL SHARON MORTO – Ariel Sharon, morto oggi, è stato l’undicesimo primo ministro di Israele dal 2001 al 2006. Destituito perché in coma prima e in stato vegetativo poi, a causa di una grave emorragia celebrale.

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ARIEL SHARON IN COMA DAL 2006 – I rapporti di mercoledì sostenevano che Sharon avrebbe avuto una grave disfunzione ai reni. L’ex premier israeliano si trova in coma dal 4 gennaio 2006, quando è stato colpito da un ictus. Da allora viene assistito da alcuni medici e tenuto in vita. Lo scorso settembre Sharon ha subito un intervento chirurgico addominale per correggere un problema del sistema di alimentazione endovenosa. Alcuni specialisti israeliani e statunitensi nel gennaio del 2013 hanno detto che Sharon aveva mostrato segni significativi di attività cerebrale. Nel 1983 una commissione d’inchiesta israeliana aveva concluso che i leader israeliani erano indirettamente reponsabili per le uccisioni nei campi profughi plaestinesi di Sabra e Shatila in Libano e Sharon, che al momento era ministro della difesa era personalmente reponsabile per non essere riuscito ad impedire che questo accdesse. Sharon ritrovò poi la popolarità come primo ministro. Ha condotto la risposta militare di israele alla rivolta Palestinese, ma il tutto termina nel 2004 e l’anno successivo ha ritirato tutti i soldati e i coloni israeliani dalla striscia di Gaza. Nello stesso anno ha lasciato il Likud e ha formato il partito centrista Kadima, che si incentrava sulla personalità del leader. Solo pochi mesi più tardi, all’età di 77 anni e notevolmente in sovrappeso, Sharon cade in coma in seguito ad un ictus.

ISRAELE

ARIEL SHARON, LA CARRIERA MILITARE E L’ASCESA POLITICA – In quel periodo, Sharon era all’apice della sua carriera politica, che ha attraversato gran parte dei 65 anni di storia dello Stato di Israele. Prima di essere eletto premier, nel 2001, fu uno dei generali più famosi del Paese. Sharon era noto per le sue tattiche sfrontate e per alcuni rifiuti a obbedire agli ordine dei superiori. Da politico, invece, si è guadagnato il soprannome di ‘bulldozer’ in quanto uomo noncurante delle critiche ma anche capace di portare a termine i suoi obiettivi. A Sharon viene riconosciuto il merito militare di avere contribuito a cambiare le sorti della guerra arabo-israeliana del 1973, quando nel giorno dello Yom Kippur gli eserciti di Egitto e Siria lanciarono un attacco a sorpresa contro lo Stato ebraico, provocando numerose vittime israeliane. Allora fu lui a guidare le forze dello Stato ebraico lungo il Canale di Suez bloccando parte dell’esercito egiziano e capovolgendo in favore di Israele la situazione della guerra.

ARIEL SHARON E IL RITIRO DA GAZA – Voce di spicco della destra israeliana, a metà del 2005 provocò non poche sorprese la sua decisione di ritirare unilateralmente le truppe israeliane e i coloni dalla Striscia di Gaza: di fatto, poneva fine a 38 anni di controllo militare del territorio e questa decisione costituiva un’inversione di tendenza sconvolgente per un grande sostenitore della costruzione degli insediamenti ebraici nei territori catturati dopo la guerra del ’67. Dopo questa mossa lasciò il Likud e a novembre del 2005 fondò il partito centrista Kadima. Tutto sembrava andare verso la sua rielezione, quando subì l’ictus di gennaio 2006. Il suo vice, Ehud Olmert, assunse l’incarico di premier al posto suo e fu poi eletto primo ministro pochi mesi dopo.

ARIEL SHARON, L’ICTUS E IL COMA – Nel dicembre del 2005 cominciano a farsi ineluttabili i primi problemi di salute: colpito da un primo piccolo ictus, Sharon era stato sottoposto a cure di anticoagulanti, ma il 4 gennaio del 2006 ebbe una grave emorragia cerebrale. Per alcuni mesi fu curato nell’ospedale di Gerusalemme ma, in seguito, l’ormai ex premier fu trasferito nell’ospedale Sheba Medical Center, vicino aTel Aviv. Per un breve periodo fu riportato a casa, ma rientrò in ospedale pochi giorni dopo, dove sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. Nonostante Sharon non abbia mai ripreso piena coscienza, i familiari hanno fatto sapere che occasionalmente ha aperto gli occhi e mosso le dita. Negli ultimi tempi, l’ospedale aveva dato notizia del grave e costante peggioramento delle sue condizioni, mentre i suoi organi continuavano a cedere e i familiari si erano radunati attorno al suo capezzale.

(Photocredit: Getty Images)

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