Archiviata l’inchiesta sulla morte di Pasolini

Dopo quarant’anni il Gip di Roma ha archiviato l’indagine sulla morte dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini. Lo stop è arrivato dal giudice Maria Agrimi, su richiesta della procura della Repubblica sebbene il cugino di Pasolini, Guido Mazzon, avesse presentato un’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta, ritenendo necessari ulteriori accertamenti.

“UN’OCCASIONE PERSA” – A detta della procura non si è riusciti a identificare i cinque profili genetici rinvenuti sulla scena del crimine, oltre ovviamente a Giuseppe Pelosi, unico condannato in via definitiva.
«La vera novità rispetto al passato è quella di aver riconosciuto, con molta probabilità, la presenza di altri soggetti oltre al Pelosi sulla scena del crimine, grazie agli accertamenti scientifici svolti, che hanno identificato cinque profili genetici sconosciuti», ha spiegato l’avvocato Stefano Maccioni difensore di Guido Mazzon. «Non nascondiamo tuttavia una evidente amarezza in relazione alle motivazioni addotte dal giudice a sostegno della propria ordinanza di archiviazione. Ancora una volta si è persa l’occasione per indagare sul vero movente di questo omicidio».

ANCORA SENZA MOVENTE – Unico condannato per l’omicidio di Pasolini è Giuseppe, detto Pino, Pelosi. Secondo l’accusa l’omicidio sarebbe avvenuto dopo un’incontro tra i due. Secondo l’avvocato «ancora adesso manca ancora il movente per l’omicidio». Nella richiesta di non archiviazione «avevamo fornito nuove piste investigative soprattutto in relazione ad evidenti incongruenze investigative dell’epoca, a collegamenti con la malavita comune romana e su cosa stesse lavorando Pasolini prima di morire. Ci auguriamo che tutto ciò non cada nel vuoto – conclude Maccioni – continuando a ritenere necessario far piena luce su questo delitto e per tale motivo chiediamo l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta».

 

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