Il bimbo porno-dipendente

L’era del digitale può essere pericolosa per i bambini. Jamie, 13 anni, guarda film vietati ai minorenni da quando ne ha 10. Ecco cosa gli è successo.

CURIOSITA’ – La famiglia concede al piccolo Jamie di partecipare a un pigiama party, fila tutto liscio finché un amichetto non gli fa vedere delle scene di sesso sul suo computer portatile. “In un primo momento ho provato un po’ paura e un po’ schifo” ha detto il piccolo, in imbarazzo, sulla sedia del terapista. “Non sapevo che fosse possibile per le persone fare quel tipo di cose. Ho provato sensazioni divertenti e le immagini hanno cominciato ad attaccarsi alla mia testa” ha continuato Jamie.

 

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LA DIPENDENZA – La famiglia lo credeva al computer per i compiti di scuola ma Jamie visitava siti porno ogni notte per due ore. Il rendimento scolastico è iniziato a calare: “Ho smesso di uscire dalla mia camera e di vedere i miei amici perché quando ero lontano dalla pornografia morivo dalla voglia di tornare a vedere cos’altro potevo trovare” ha spiegato. Jamie è ovviamente un nome falso che ha fornito l’analista per raccontare la sua storia. 

FINE DEL GIOCO  – Quando una mattina la Polizia ha bussato alla porta del tredicenne, la sua passione segreta è stata svelata. Qualcuno aveva effettuato accessi su siti pedopornografici e le forze dell’ordine hanno rintracciato l’indirizzo. Non ha mai baciato una ragazza ma è finito nel registro dei “Sex Offender” e inconsapevolmente si è rovinato la vita. Anche con la terapia, Jamie soffre ancora di una profonda vergogna “è come se lo avessi scritto sulla fronte” ha detto. Si teme che non potrà mai avere un rapporto sano con una donna.

CASI SIMILI – Il caso di Jamie non è isolato, dice l’analista: “I nostri pazienti sono i giovani per i quali vedere migliaia e migliaia di immagini sessualmente esplicite non è ancora sufficiente – e ancora – Vedo regolarmente ragazzi di 12 anni che hanno condanne per guardare pornografia infantile perché non si resi conto di aver attraversato la linea.
Poi ci sono bambini frustrati di non poter vivere le loro fantasie nella vita quotidiana  che hanno commesso stupri o aggressioni sessuali”. Un altro esempio è quello di Paul di dodici anni: “Si è rivolto a noi perché ha necessità di portare nel mondo reale le sue visioni sessuali ossessive. A casa sua madre lo trova camminare in giro per casa nudo in un costante stato di eccitazione sessuale”.

LA PORNOGRAFIA È IL PROBLEMA? – “Come terapeuta sono convinto che queste immagini possono essere profondamente traumatizzanti per i bambini. Loro provano l’intenzione di spingersi oltre i confini e considerano il rapporto sessuale normale troppo noioso perché sono abituati a immagini di brutale sesso anale. Questa visione di donne  umiliate rovina l’ideale dell’immaginario femminile. Per molti ragazzi, questo significa che la loro prima esperienza sessuale non è l’invito al ballo di fine anno… Passano troppe ore a guardare le immagini degradanti di una donna grottesca, in più queste sono mescolate ad abusi e violenze”. Le famiglie dovrebbero controllare i ragazzi perché secondo il terapista i ragazzi preferiscono rapporti simulati con porno star: “La società protegge i bambini da fumo e alcool, deve iniziare a farlo anche con la pornografia”.

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