L’uomo che perse la vista… facendo sesso

Tecnicamente è stata una transitoria perdita visiva monoculare da vasocostrizione, causa? Forse un rapporto sessuale!

Era quasi una leggenda metropolitana raccontata dagli amici e magari da qualche prete buontempone. Ricordate? “Troppe seghe – dicevano – fanno male e fanno diventare ciechi”. Una leggenda, appunto, non suffragata da apparenti prove o evidenze scientifiche. Fino ad oggi, sembra di capire.

L’AMORE RENDE CIECHI? – Sapevamo che il sesso può causare picchi persino fatali della frequenza cardiaca, l’aumento della pressione sanguigna e dell’attività del sistema nervoso e, appunto, eravamo a conoscenza della succitata leggenda che vuole, in particolare, per i maschietti dediti alle frequenti pratiche della masturbazione, la possibilità di “diventare ciechi”. Da oggi, i censori di questa pratica e persino dell’attività sessuale tra due (e perché no, più…) persone hanno una nuova freccia al loro arco polemico. Un caso “clinico” si è forse davvero manifestato. Ad onor del vero, nemmeno i medici si sono sbilanciati più di tanto nella diagnosi, ma il caso è stato comunque registrato come “sospetto“. Il nostro paziente infatti registra una “transitoria perdita visiva monoculare ogni volta che raggiunge il culmine del rapporto sessuale”, mentre quanto lo stesso è stato sottoposto a duri esercizi fisici, non si è registrato alcunché di anomalo.

CHIUDO GLI OCCHI E PENSO A TE – Come detto, ad oggi, non sappiamo con precisione se la causa scatenante della provvisoria cecità sia stata proprio il sesso, ma i ricercatori hanno capito che alla base del fenomeno c’è la cosiddetta “vasocostrizione“, fenomeno fisiologico che consiste nella riduzione circoscritta o diffusa del calibro dei vasi sanguigni, per effetto della contrazione della muscolatura liscia presente nelle loro pareti. Può essere dovuta – spiega l’Enciclopedia medica – a “un aumento degli impulsi nervosi condotti alle pareti dei vasi sanguigni dalle fibre nervose simpatiche adrenergiche, dalle quali dipende la presenza anche a riposo di un certo grado di contrazione della muscolatura liscia vasale (tono vasale)“. In sostanza, le pareti di un muscolo del bulbo oculare si sono contratte intorno ad un vaso, così da limitare il  flusso del sangue. “E’ stato un embolo temporaneo”, sostengono i medici i quali, riscontata l’effettiva cecità del paziente, sono intervenuti con farmaci vasodilatatori (che svolgono appunto il meccanismo opposto). Il trattamento ha avuto subito successo, restituendo così la vista al malcapitato. Il fenomeno, come detto, si registra nello sfortunato paziente ogni volta che raggiunge un orgasmo dopo un rapporto sessuale, mentre quando è stato sottoposto a stress fisici di analoga e persino superiore intensità, la temporanea cecità non si è più manifestata. I ricercatori stanno proseguendo le loro indagini del caso. Tuttavia, anche per questa nuova sindrome c’è già chi consiglia la prevenzione. Quale? L’astinenza, ovvio. Decidete voi, poi, se il gioco vale davvero la candela…

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