Sealand: lo stato più piccolo del mondo

È grande solo 1.300 metri quadrati e si staglia nell’orizzonte del mar della Manica, a una decina di chilometri dalla costa inglese del Suffolk. Non è un’isola ma si è autoproclamata nazione indipendente 46 anni fa, benché non si trovi né sulle cartine né tra gli stati membri della NATO o dell’Unione Europea. È il Principato di Sealand, una piccola piattaforma costruita durante la Seconda guerra mondiale e occupata nel 1966 da Paddy Roy Bates, un cittadino britannico che, durante il periodo delle radio pirata, cercava un territorio neutrale per la sua “Radio Essex”, tanto da scegliere di abitare la piattaforma e proclamarla uno stato indipendente.

Photocredit: David Liuzzo/Wikipedia.org
Photocredit: David Liuzzo/Wikipedia.org

MICRONAZIONE – Benché venga sempre citato tra le varie “micronazioni” del mondo, il Principato di Sealand non è mai stato formalmente riconosciuto come Stato sovrano. Ma la sua storia, e ancor più la strenua “resistenza” che da quasi cinquant’anni abitano sulla piattaforma in mezzo al mare, continua ad affascinare il mondo. Tanto che il giornalista dell’Independent Thomas Hodgkinson ha trascorso un’intera settimana nel Principato per scoprirne la storia e i segreti.

TRE GENERAZIONI – “Non c’è nessun molo né posto di attracco – spiega Hodgkinson – Quelli che c’erano sono stati distrutti da un pezzo dalle onde. Non ci sono scale e, come molte altre piccole isole, anche Sealand è passata attraverso un lunga e sofferta storia di invasioni e contro-invasioni. L’unico modo per raggiungere la piattaforma è un seggiolino che dondola nel vento, sollevato da una carrucola”. Ad accogliere il giornalista c’è  il “principe” James Bates, figlio di Michael e nipote di Roy, che racconta la storia della propria famiglia, inevitabilmente legata a quella di Sealand.

DALLE RADIO PIRATA ALLO STATO INDIPENDENTE – Negli anni Sessanta, due imprenditori rivali si contendevano quella piattaforma, che sorgeva a una manciata di chilometri oltre il confine delle acque territoriali britanniche: il posto perfetto per una stazione radio pirata che diffondeva canzoni rock e pop per la gioia di un’intera generazione di adolescenti. La prima guerra di Sealand venne combattuta tra l’irlandese Ronan O’Rahilly di Radio Caroline fame e Roy Bates, un ex ufficiale dell’esercito. A spuntarla fu Bates che però riteneva necessario mantenere una presenza fissa sulla piattaforma per non perderne il predominio. Bates non poteva permettersi una guardia giurata così, al suo posto, ci mise il figlio quattordicenne Michael, in compagnia della sorella Penny e della moglie Joan. Per Michael si trattava di un’avventura che lo liberava dalle costrizioni scolastiche. “Doveva essere solo per qualche mese – racconta – Sono diventati più di quarant’anni”.

 

LEGGI ANCHE: Papa Francesco ha visto un miracolo

 

ANCHE LA NAZIONALE DI CALCIO – Ovviamente non fu così semplice: una volta che i membri della famiglia Bates ritornarono in Inghilterra finirono in stato di arresto per via di alcune “schermaglie” con alcuni operai che lavoravano su una piattaforma poco distante, ma i giudici non sapevano bene come considerare quella struttura che sorgeva oltre i confini britannici e poteva essere considerata solo in parte parte del territorio inglese. Nacque così il principato di Sealand, un’entità mai riconosciuta da nessuno ma con una bandiera e un territorio e perfino una nazionale di calcio ben definiti, e che le autorità britanniche vedevano – e vedono – con scarso entusiasmo.

SOLITUDINE – “La mia solitudine mi piace – dice Michael – Ed è bellissimo sapere che i miei figli sono coinvolti in questa cosa”. Spesso le autorità britanniche tornano ad occuparsi di Sealand: l’ultima volta con un progetto per trasformare la piattaforma in un sito per lo stoccaggio dei dati sensibili. Ma, conclude Hodgkinson, se Il principato di Sealand ha resistito fino ad oggi, non c’è motivo di pensare che verrà spazzata via proprio oggi.

(Phptocredit: Wikipedia)

Share this article