“Stuprata dieci volte in un giorno”

Angola, Ruanda, Congo: nel cuore dell’ Africa la violenza sessuale e le sevizie sono una prassi: “Tagliavano i seni e li mangiavano”

Rapimenti e stupri di massa, sevizie, torture di ogni genere e omicidi efferati. È davvero tremenda la condizione di centinaia di donne, nella zona al confine tra l’Angola e la Repubblica Democratica del Congo, “il peggior posto del mondo per quanto riguarda le violenze sessuali” stando a quanto affermano voci ufficiali dell’Onu. La notizia è rimbalzata su mass media di tutto il mondo, da Rue89 al New York Times, passando per l’Huffington Post.

CENTINAIA DI VIOLENZE SESSUALI –  – Rue89 cerca di ricostruire le circostanze che hanno portato a questa drammatica situazione, e fa risalire l’inizio della tragedia al 1994, quando il genocidio perpetrato in Ruanda causò la fuga di migliaia di rifugiati politici verso il Congo. Ma tra i rifugiati c’erano estremisti di etnia hutu membri delle milizie interahamwe, che da allora si sono macchiati di stragi contro popolazioni tutsi e contro gli hutu moderati che si opponevano.

VIOLENTATE 600 DONNE – In questo dramma, la situazione più tragica è nell’est della Repubblica Democratica del Congo, nella provincia del Kivu, ricca di minerali preziosi, soprattutto oro. Qui nei giorni scorsi, stando a quanto l’Onu riferisce al New York Times, sono state violentate almeno 600 donne, durante un’espulsione di massa di immigrati irregolari. I particolari più raccapriccianti emergono da alcune testimonianze riportate da Rue89. La prima è quella di Jeanine, giovane di 25 anni malata di Aids, che racconta di essere stata rapita dalle Forze democratiche di liberazione del Ruanda, e di essere stata violentata molte volte. “Mi hanno portato nel loro villaggio, dove c’erano molte altre ragazze” racconta Jeanine. “E quando una ragazza tenta di ribellarsi, la uccidono subito, e ci costringono a seppellirla ancor prima che abbia smesso di vivere”.

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