La cocaina dei poveri

17/05/2013 di Valentina Spotti

La chiamano la “cocaina dei poveri” e una dose costa meno di due euro. Un prezzo talmente conveniente da attirare gran parte dei tossicodipendenti greci, anch’essi paradossalmente schiacciati dalla crisi economica che ha colpito il paese. Secondo Helena Smith, corrispondente da Atene del Guardian, nessuno sa dire con certezza se sia arrivata prima la crisi o prima la shisha. Ma, quello che si sa è che la shisha – questo il nome della droga – uccide peggio di un killer.

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“TI FA VENIRE VOGLIA DI UCCIDERE” – “È la peggiore delle droghe – racconta Maria, un’ex eroinomane – Ti brucia dentro, ti fa diventare aggressivo, ti fa andare fuori di testa. Ma costa poco ed è facile da trovare, per questo tutti si fanno di questa droga”. La crisi greca ha colpito tutti i settori, anche quello delle sostanze stupefacenti, traducendosi un una crisi sanitaria e umanitaria che ha messo in ginocchio il sistema sanitario di un paese già alla deriva. La shisha è entrata come una bomba nel giro dei tossicodipendenti ateniesi, che la descrivono come una variante della crystal meth in grado di causare comportamenti estremamente violenti, anche a causa delle sostanze con cui spesso è tagliata: acido di batteria, olio per i motori e addirittura anche shampoo per i capelli. “Ti uccide, ma ti fa anche venire voglia di uccidere – aveva raccontato un altro tossicodipendente, Konstantinos, in un’intervista per Vice – Puoi uccidere senza nemmeno accorgertene. E si sta diffondendo veloce come la morte. Un sacco di gente è già morta”.

LA DROGA DELL’AUSTERITY – Per Charalampos Poulopoulos, direttore di Kethea, uno dei più importanti centri antidroga della Grecia, la shisha simboleggia le depredazioni di una crisi che ha generato livelli record di miseria e disoccupazione. La definisce la “droga dell’austerity”, la risposa degli spacciatori che hanno cominciato a produrre droghe sintetiche a basso prezzo per tutti quei tossici che non possono più permettersi cocaina ed eroina. “La crisi – sostiene Poulopoulos – ha dato la possibilità agli spacciatori di promuovere una droga nuova ed economica. La shisha può essere sniffata o iniettata e può essere prodotta in laboratori casalinghi. Non servono competenze specifiche ma è estremamente pericoloso”.

 

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PROSTITUZIONE E HIV – E molto spesso, per foraggiare il bisogno quotidiano di sostanze stupefacenti, ci si dà alla prostituzione, aumentata esponenzialmente negli ultimi anni e non soltanto nell’ambiente dei tossicodipendenti. “La disperazione porta le donne ad avere rapporti non protetti – spiega Eleni Marini, una psicologa di Kethea – La shisha aumenta il desiderio sessuale ma ti rende incapace di pensare in modo lucido. Per questo aumentano i casi di gravidanze indesiderate tra le tossicodipendenti che si prostituiscono”. Lo scorso anno, ricorda il Guardian, due ragazze hanno partorito sul marciapiede e lo stesso discorso vale per le malattie sessualmente trasmissibili, con un aumento sensibile dei casi di contagio da HIV.

COME LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO – Il governo conservatore della Grecia ha tentato di risolvere il problema spostando i tossicodipendenti e i senzatetto lontano dal centro cittadino con una serie di controverse operazioni di polizia. Ma “è come nascondere la polvere sotto il tappeto – conclude Poulopoulos – Quello che fanno è emarginare ancora di più queste persone, spingendoli tra le braccia di spacciatori che dicono di potergli offrire protezione”.

(Photocredit, immagini di repertorio: Getty Images)

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