Perché Danilo Coppola è stato assolto

Di ieri la notizia: Danilo Coppola è stato assolto con formula piena dalle accuse di di bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere, appropriazione indebita e falso ideologico (era stato condannato in primo grado a sei anni).

DANILO COPPOLA ASSOLTO – Danilo Coppola è stato assolto perché “il fatto non sussiste”, ha fatto due anni di custodia cautelare su mandato di cattura emesso dai  procuratori Giuseppe Cascini e Rodolfo Maria Sabelli. La nota inviata alla stampa dagli avvocati di Coppola:

“Il mio arresto, come ho sempre detto, è stato creato ad arte – ha commentato Coppola – ed in molti oggi si dovrebbero per questo vergognare”. Sul finire del 2010, il Tribunale di Roma aveva già disposto il dissequestro di 818.199 azioni Mediobanca (0,1% del capitale), di 4.550.000 azioni ordinarie A.S. Roma (3,4%), di 3.853.360 azioni Ipi (5%) e del 29,9% del capitale della Hotel Cicerone srl oltre a beni personali riconducibili allo stesso Coppola per un valore complessivo di 40 milioni. Undici mesi più tardi il Tribunale del Riesame ha dissequestrato anche alcune auto di lusso appartenenti all’immobiliarista.

danilo coppola assolto 2

LA NOTA DELLA PROCURA DI ROMA – In una nota riportata dall’Ansa e da TmNews, il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, prendendo spunto dalle notizie relative all’assoluzione dell’immobiliarista romano dall’accusa di bancarotta e da alcuni suoi commenti come ”un arresto creato ad arte” ed un ”tentativo della procura di Roma di far fallire” alcune sue societa’, riproponendo la tesi di una persecuzione giudiziaria ai suoi danni, risponde così:

”Dopo l’annullamento, da parte della Corte di Cassazione, della sentenza di fallimento della societa’ Micop di Danilo Coppola, l’ufficio della procura non ha riproposto istanza di fallimento in quanto nel corso del processo penale l’imputato aveva versato all’erario le somme dovute dalla Micop e dunque la societa’ non risultava piu’, dopo tale pagamento, insolvente”.

 

WARNAKULASURJA – Nel comunicato Pignatone ricorda che la Micop era stata dichiarata fallita per un debito nei confronti dell’erario di 18 milioni di euro. Al momento del fallimento – e’ detto nel comunicato – risultava amministrata da tale Warnakulasurja, soggetto indicato da alcuni testimoni come il posteggiatore abusivo nei pressi dello studio di Daniela Candeloro, commercialista di Coppola:

”In ragione della irreperibilita’ di Warnakulasurja sul territorio italiano le notifiche relative al procedimento fallimentare – afferma Pignatone – erano state effettuate con deposito presso la casa comunale. La sentenza di fallimento e’ stata annullata in quanto, secondo la Corte di Cassazione, l’ufficio fallimentare avrebbe dovuto tentare la notifica anche all’indirizzo nello Sri Lanka risultante dal passaporto esibito da Warnakulasurja al momento dell’assunzione della carica”. ”L’annullamento, per le ragione sopra indicate della sentenza di fallimento della societa’ Micop – conclude Pignatone – ha determinato il venir meno del presupposto del diritto di bancarotta”.

Il procuratore della Repubblica di Roma ricorda poi che con recente decreto del gup è stato disposto il rinvio a giudizio di Danilo Coppola e di altri per associazione a delinquere, reati fiscali e per bancarotta fraudolente con riferimento al fallimento di 12 societa’. L’ammontare complessivo delle distrazioni contestate è di oltre 300 milioni di euro.

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