Valium: te lo danno per due settimane e lo prendi per trent’anni

Drogati dagli ansiolitici, tra testimonianze e indagini, i francesi si scoprono consumatori abituali di psicofarmaci. 

Laura,  47 anni, è al suo secondo mese di disintossicazione da Valium. “Nel 2003 , il divorzio, la depressione. Il medico mi ha prescritto un antidepressivo che mi rendeva euforica, ma non calmava le mie paure, specialmente di notte. In tutta la mia vita non ho mai avuto l’insonnia, ora non riesco più a dormire. Così ho preso il Valium. Il Valium è semplice: vado a letto e non riesco a pensare a niente. Una coperta di sicurezza che mi dà il coraggio di andare a letto da sola”.

CAUSANO DIPENDENZA – Secondo l’ Osservatorio francese sulle droghe e sulle tossicodipendenze, La Francia ha 3,8 milioni  di consumatori abituali di psicofarmaci, ansiolitici in testa. “Se il 62% dei francesi se li fa prescrivere dal medico, almeno il 38% se li procura sul mercato parallelo“, dice l’ OFDT . Le Benzodiazepine, di cui il Valium è la stella, sono descritte così sul dizionario: “Famiglia di  farmaci tranquillanti, sedativi e anticonvulsivanti. Favoriscono il relax muscolare e il sonno“. Ma per capire meglio è necessario leggere la seguente definizione: “Presi in dosi elevate o per periodi troppo lunghi, causano dipendenza. Il loro arresto espone ad una sindrome da disintossicazione“. Per scoprire come uscirne, per chi ne fa abuso, Rue89 ha intervistato due esperti.

EFFETTO RIMBALZO – Vista come un’alternativa alla psicoterapia  è “la volontà di risolvere rapidamente i problemi, un bisogno di immediatezza, mentre se si avesse il tempo, si potrebbe fare a meno delle droghe“, spiega Genevieve Lafaye, psichiatra dell’Ospedale Paul Brousse di Villejuif. Dall’adolescente alla persona anziana, non c’è un consumatore tipo. Sapere quando si diventa  dipendenti non è semplice, perché, come ogni sostanza, i suoi effetti non sono gli stessi su ciascuno. Michel Mallaret, farmacologo presso l’Ospedale Universitario di Grenoble, avverte: “Quando si prende un sedativo ansiolitico per oltre un mese, ci sono segni di dipendenza fisica, si manifesta in particolare un “effetto rimbalzo”, vale a dire che quando ci si ferma, per alcuni giorni è peggio di prima. Questo è il motivo per cui una interruzione rapida non è raccomandata”.

SETTE SINTOMI – Genevieve Lafaye ritiene che “fino a quando non vi è perdita di controllo dei consumi, le possibilità di successo di separazione sono grandi“. Si ricorda che la dipendenza è definita dalla comparsa di tre dei sette sintomi del seguente elenco: la necessità di aumentare le dosi per ottenere lo stesso effetto; l’aspetto di una sindrome da astinenza in caso di arresto (disturbi del sonno, ansia, disturbi della memoria, rischio di convulsioni ); prendere il prodotto per periodi più lunghi rispetto al termine di prescrizione; la perdita di controllo sul consumo; l’ abbandono o la riduzione delle attività; l’uso continuato, nonostante la consapevolezza dei rischi.

DISINTOSSICARSI –Quanto più uno è dipendente da un altro prodotto, se alcool, oppiacei o cocaina, tanto maggiore diventa l’ ansia“, afferma lo psichiatra che ha visto pazienti “ingoiarne una scatola al giorno“, l’equivalente di chi beve due bottiglie di whisky. Ed è quando le persone sono preoccupate che arrivano nel centro dipendenza Paul Brousse. Ma la dipendenza dovrebbe essere rilevata in precedenza. Se la gente fermasse l’uso di ansiolitici in massa, tuttavia, il consumo di alcol potrebbe aumentare ancora. Visto il numero di consumatori in Francia, si stima che ci potrebbero essere 50.000 casi di epilessia. Una buona disintossicazione richiede, oltre ad una grande motivazione, un controllo regolare da uno psichiatra che dura circa sei mesi secondo la scheda tecnica, messa apunto dall’ Haute autorité de santé sull’arresto dell’assunzione di ansiolitici per le persone anziane.

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