Di quali organi possiamo tranquillamente fare a meno?

15/03/2013 di Redazione

La notizia ha fatto il giro del mondo nelle ore successive alla sua elezione al Soglio pontificio: Papa Francesco vive da oltre quarant’anni con mezzo polmone in meno: parte del polmone destro, infatti, gli è stata asportata a causa di un’infezione contratta quando era un ragazzo. Gli esperti, però non ne fanno un dramma: la particolare condizione fisica del Santo Padre non dovrebbe ostacolare la sua missione.

ANCHE SENZA… – Secondo LiveScience una persona può vivere benissimo anche con un solo polmone: quello che rimane, infatti, si dilata maggiormente per aumentare la propria portata e questo –  spiega il dottor Len Horovitz, pneumologo al Lenox Hill Hospital di New York –   non compromette né le comuni attività quotidiane né l’aspettativa di vita. Forse non si potrà fare un’intensa attività sportiva, ma una vita normale è assicurata. Paradossalmente, quindi, non tutto ciò di cui ci ha dotato Madre Natura è strettamente necessario e, anche se ognuno di noi si terrebbe ben stretto i propri organi interni, non è morboso chiedersi di cosa potremmo fare a meno.

RENI – Ne abbiamo due, ma in realtà ne basta uno. Ci sono persone che nascono addirittura con un rene solo, o che lo donano a un consanguineo malato, o che sono costretti all’asportazione per una malattia o un incidente. Un rene solo non pregiudica una vita lunga e sana. Tecnicamente si potrebbe vivere anche senza reni, ma sarebbe necessaria una dialisi permanente che sopperisca alle funzioni di pulizia del sangue svolta dai reni.

MILZA – Ha la funzione di filtrare il sangue e di proteggere il corpo dalle infezioni. In caso di rottura deve essere rimossa e si continuerà a vivere come prima anche, se con tutta probabilità, sarà necessaria una maggiore cura nella prevenzione delle infezioni.

 

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ORGANI RIPRODUTTIVI – Negli Stati Uniti una donna su tre oltre i 60 anni ha subito un’isterectomia totale o parziale in seguito a cancro, fibromi uterini o altre patologie. Anche gli uomini possono essere costretti all’asportazione dei testicoli, specialmente in caso di tumori.

STOMACO – Si tratta di una procedura attuata in caso di cancro: la gastrectomia consiste nell’asportazione dello stomaco e al collegamento della prima parte dell’intestino tenue direttamente all’esofago. Il processo di guarigione è particolarmente lungo ma, in seguito, a piccole dosi si può tornare a mangiare la maggior parte dei cibi, integrandoli con vitamine specifiche.

COLON – L’asportazione dell’ultimo tratto di intestino è necessaria in caso di cancro: si può vivere senza colon e, grazie ai progressi medici, si può anche fare in modo di ricostruire una “sacca” utilizzando una parte dell’intestino tenue per raccogliere gli escrementi senza dover ricorrere al “sacchetto” esterno.

APPENDICE – Si tratta della parte terminale dell’intestino crasso: non è ben chiaro quale sia la sua funzione, ma è chiaro che deve essere immediatamente asportata quando si infiamma o si lacera (appendicite).

(Photocredit: Thinkstock)

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