Cos’è l’uveite, la malattia di Berlusconi ricoverato

08/03/2013 di Redazione

Uveite. Questa parola diventerà il tormentone del giorno? Cerchiamo di capire cosa è successo. Silvio Berlusconi impossibilitato a comparire in tribunale, e ricoverato al San Raffaele a causa di uveite. I suoi legali, Ghedini e Longo, non si sono dilungati in ulteriori dettagli, limitandosi a definire la patologia come un “grave disturbo della vista”.

L’UVEITE E’…INFIAMMAZIONE – Wikipedia definisce l’uveite come una “un’infiammazione di parte o di tutta la tunica media (vascolare) dell’occhio”, dovuta principalmente a una causa autoimmunitaria: i globuli bianchi attaccano l’uvea, lo strato pigmentato tra la sclera e la retina che ha la funzione di “nutrire” l’intero bulbo oculare. “Chi è colpito da uveite riferisce dolore, fotofobia, lacrimazione e annebbiamento visivo – si legge ancora sull’enciclopedia online –  L’iride risulta congestionata, con pupilla in miosi, noduli sulla superficie, sinechie (aderenze) pupillari (fino alla completa seclusione pupillo-cristallina), occlusione fibrinosa della pupilla, fino all’atrofia della stessa”.

uveite

 

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UVEITE: PIÙ GRAVE DELLA CONGIUNTIVITE – Più rassicurante il commento di Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi), che definisce l’uveite come “una patologia abbastanza comune che normalmente è di un grado superiore alla congiuntivite. I sintomi più comuni sono dolore e diminuzione della vista” Purtroppo, però, chi né soffre è soggetto a numerose e fastidiose recidive.

UVEITE: LA CURA – Ma come si cura? “Di solito – spiega ancora Piovella – È sufficiente una settimana di adeguata terapia per controllare la malattia. La cura è a base di colliri cortisonici e antibiotici e di colliri che mettono a riposo l’occhio dilatando la pupilla. Ma esiste una percentuale – aggiunge – fortunatamente limitata, che non risponde alle cure. In questi casi l’infiammazione diventa progressiva e importante tanto da arrivare a ledere anche permanentemente la capacità visiva. Infezioni ricorrenti ai reni o ai denti possono essere serbatoi di germi che per motivi che ci sfuggono si instaurano negli occhi. In questi casi si può arrivare anche al ricovero del paziente per mettere in atto terapie a 360 gradi, le cui frequenti somministrazioni necessitano il costante monitoraggio da parte di specialisti”.

(Photocredit: OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images e Wikipedia.it)

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