La bimba celiaca che non può fare la comunione

La storia la racconta Repubblica e viene da Brescia: una bimba celiaca che si sta preparando alla prima comunione forse non potrà partecipare al rito perché la Chiesa vieta di usare ostie “speciali”:

«Sono stati molto gentili e comprensivi ma anche irremovibili» spiega Ilaria Bertinelli, di Parma, mamma di Laura (nome di fantasia), 7 anni, celiaca e con una grave forma di diabete, che si sta preparando alla prima comunione. «Per la Chiesa, infatti, senza glutine un’ostia non è un’ostia, e non si può consacrare». La spiegazione, per la dottrina, è chiara: senza glutine una farina non è farina, cioè non c’è panificazione. E Gesù ha consacrato pane. La Chiesa deve essere certa, insomma, che il glutine nelle ostie ci sia, per poterlo assimilare al corpo di Cristo.

E quindi:

Quel che si può fare, è stata la risposta dei parroci, richiamando le disposizioni diramate ai vescovi dalla Congregazione per la dottrina della fede il 19 giugno 1995, è di ricorrere alle ostie “a basso contenuto di glutine” (cioè con al massimo 100 mg di amido di frumento per chilo), oppure “senza glutine” (massimo 20 mg), che ogni parroco dovrebbe procurarsi per somministrarle, su richiesta, ai celiaci presenti alle messe, tenendole ben separate dalle altre. No anche alla consacrazione del pane fatto in casa. In alternativa, ai celiaci non resta che la comunione spirituale, quell’atto di preghiera, senza ostia, consigliata per divorziati o unioni non riconosciute dalla Chiesa, come quelle gay.

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