Internet e fecondazione assistita: il mercato nero delle mamme

06/09/2010 di Teresa Scherillo

Questa storia parla del desiderio di avere bambini e della necessità di risparmiare su farmaci costosi. Il Web è diventato un bazar per le donne sottoposte a trattamento in vitro che comprano a buon mercato quello che non serve più alle altre.

Si tratta di un mercato nero vero e proprio, scrive El Pais , senza alcuna regolamentazione e che può permettere di risparmiare centinaia di euro in costosi trattamenti privati, che arrivano fino ai 4.000 euro a tentativo. Ma, come rilevato dalla Agenzia spagnola dei farmaci e prodotti sanitari, tali operazioni sono illegali e sono rischiose e non danno alcuna garanzia sulla qualità del prodotto che si acquista. Di fatto, la Sanità spagnola ha esaminato 80 siti in un anno utilizzati per vendere farmaci illegalmente.

LA PRIMA VOLTA… – Maria, 37 anni, è una delle donne che conosce questo mercato virtuale. Dopo aver provato un trattamento in un ospedale pubblico ha scelto una clinica privata per evitare la lista d’attesa. Nei centri privati però i farmaci non sono convenzionati e quindi, per acquistarli ad un prezzo inferiore, questa valenciana li ha comprati, tramite il suo computer da donne di Palencia e Madrid e li ha venduti ad un’altra di Barcellona. “In generale, ho risparmiato circa 1.000 euro“, ha affermato. Il suo primo acquisto fu fatto presso una donna di Palencia. A Maria, il dottore aveva detto che la sua risposta ovarica era lenta e aveva bisogno di una spinta ormonale per garantire un numero sufficiente di ovuli maturi da fecondare. Così le prescrisse il Puregon per stimolare la crescita dei follicoli ovarici al costo  di 353,85 Euro in farmacia. “Quel giorno fu una follia“, ricorda. Andò direttamente al computer per trovare una buona offerta e contattò una venditrice. Si procurò il numero di cellulare e chiuse l’affare in una mattina: “Ho risparmiato molto“, ricorda. Nel pomeriggio aveva già la spedizione a casa, ricevuta tramite corriere espresso.

…E LA SECONDA –Io ho una risposta molto bassa al trattamento“, spiega ancora la donna “quando ho comprato la seconda volta, ho preso tre scatole di Menopur (un altro stimolante ovarico che costa 223,5 Euro) e Orgalutran (usato per ritardare l’ovulazione), che costa 195 Euro”. Ha pagato 400 Euro e risparmiato altri 400 Euro. Ma oltre ad acquistare, Maria ha anche venduto il Menopur avanzato quando finalmente è rimasta incinta: “L’ho venduto a una ragazza di Barcellona“.”Non ho intenzione di fare affari, ma di recuperare parte dei soldi che ho speso” spiega Maria (che nasconde la sua vera identità sotto questo nome) e che ha recentemente pagato l’ ultima rata del prestito di 567 Euro (in 10 mesi ) per coprire le spese del trattamento richiesto. L’estinzione del debito è avvenuta poco prima che la compagnia del marito, fallisse. “Se la prescrizione di questi farmaci fosse stata convenzionata, non avrei acquistato on-line“.

“GONAL COMPRO” – Il Web è pieno di offerte di Puregon e Menopur, ma anche di altri farmaci comuni come quelli per l’inseminazione artificiale Fostipur, Orgalutra, Ovitrelle o Gonal. Basta digitare i nomi in qualsiasi forma, accompagnati dalla parola “compro” o “vendo” per veder comparire sullo schermo del computer una marea di proposte. Molti dei farmaci che vengono offerti in questo mercato provengono da pazienti che vendono quello che eccede dei propri trattamenti privati. Ma ci sono anche quelli che fanno affari con le ricette della Seguridad Social. E’ sempre più difficile, dal momento che le diverse autorità di sanità pubblica hanno un maggiore controllo delle spese e delle prescrizioni, ma il profitto potrebbe essere notevole, tenendo conto che questi pazienti pagano 2,64 Euro in farmacia per medicinali che costano dai 223 ai 449,5 Euro per la prescrizione più costosa di Gonal.

L’ASSUNZIONE DEL RISCHIO – La vendita di farmaci soggetti a prescrizione medica “per corrispondenza o procedimenti telematici” è illegale secondo la Ley de Garantías y Uso del Medicamento del 2006, considerando anche il reato più grave di “immissione sul mercato di farmaci e dispositivi medici (…) senza ottenere la preventiva autorizzazione“. Fonti del ministero della Sanità ricordano che la sanzione che rischiano le persone che vendono prodotti su Internet, va da 30.000 a un milione di euro. “E se ci fosse reato penale per i danni alla salute ad altre persone potrebbe andare anche oltre“. Il Ministero ha avvertito che, oltre ad essere illegale, questa pratica comporta rischi come ad esempio l’acquisto di prodotti adulterati, scaduti o placebo “perché non c’è controllo dell’amministrazione su di essi“, ma pure se non ci fosse alcun problema, non c’è comunque la possibilità di reclamare contro nessuno trattandosi di “un mercato illegale“. Nonostante ciò, Maria tornerà ad acquistare i farmaci in rete: “Compri da altre donne che sono passate per dove sei tu adesso e confidi nella loro buona fede. E’ un rischio che ti assumi” dice, “se i farmaci fossero meno costosi sarebbe un’altra cosa“.

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