Cartoline di sangue dall’Afghanistan

Derek Elan ha abbandonato la carriera militare di paracadutista per dedicarsi all’arte e raccontare le vite dei soldati. È suo un progetto toccante che raccoglie le testimonianze scritte dei soldati britannici durante il conflitto in Afghanistan.

L’IDEA – Chi può raccontare la guerra meglio di un soldato? Questa la motivazione alla base della scelta di Derek Eland tornato sui campi della guerra per spingere i militari a lasciare delle testimonianze scritte sul senso del conflitto. I racconti si muovono in cartoline colorate che raccolgono sensazioni, frustrazioni e nostalgie di chi ogni giorno è sotto i colpi o è costretto a premere il grilletto. Il video è stato montato e sottotitolato da Tmnews.

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Afghanistan, una lunga guerra crudele… di TMNews

 

LA GUERRA – In Afghanistan il sangue è tornato a scorrere dal 7 ottobre 2011, quando gli Stati Uniti hanno invaso il paese dichiarando guerra ai talebani in seguito all’attacco delle Torri Gemelle. È il conflitto più lungo che il paese, oggi guidato di nuovo da Barack Obama, abbia mai combattuto e in più di dieci anni di conflitto sono morte migliaia di persone tra civili e militari. Oltre agli americani, sono presenti in Afghanistan le truppe alleate come quelle inglesi coinvolte nel progetto di Eland. Nonostante i confini, c’è un filo comune che lega le giornate scandite dai colpi di mortaio, dal frastuono delle bombe, dal dover colpire per non essere uccisi e dal rischiare la vita ogni singolo secondo che si calpesta la terra: è il senso dell’autoconservazione, della volontà di restare vivi, di poter abbracciare di nuovo i propri cari e tanto altro ancora. È grazie alle cartoline diffuse e ritirate dall’ex paracadutista se possiamo conoscere i pensieri più intimi dei soldati.

LE CARTOLINE – Eland ha scelto la provincia di Helmand come prima tappa per portare un centinaio di cartoline e chiedere ai soldati di scrivere un paio di righe sulla loro esperienza. Nel video diffuso da TMNews si notano i militari scrivere al buio aiutati dalla luce sospesa sulla loro fronte: è così che hanno scritto i più intimi pensieri ma anche le paure fornendo così un quadro umano difficilmente accessibile dall’esterno. “Volevo trovare un modo per entrare nella testa dei soldati, sviluppando una modalità unica per i soldati durante il conflitto, così ho preso cento cartoline colorate e sono andato in tre diverse zone del fronte, trascorrendo il tempo in tre diverse unità. Ho chiesto a ogni soldato incontrato in prima linea di scrivere sulle cartoline, di annotare i loro pensieri e le loro esperienze” ha riferito Eland.

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LE TESTIMONIANZE – “Ogni giorno c’è un’esplosione, può essere piccola o grande, a volte è così forte che ti butta giù dal letto. Non ho mai capito di quale entità fosse quella che ha fatto saltare in aria le gambe del mio compagno” c’è scritto su una di esse. Eland ha attrezzato dei container per far scrivere i soldati permettendo loro di sentirsi tranquilli almeno per il tempo della scrittura ma “La maggior parte preferiva stare per terra, ho dovuto strisciare anch’io per chiedergli di raccontarmi qualcosa” ha detto ancora l’ex paracadutista. “Un colpo è esploso a due metri da me perché è così che si comportano i talebani, prima mirano ai piedi e poi alzano il tiro. Un secondo colpo mi ha preso l’elmetto e la forza del colpo mi ha fatto cadere a terra”  è il messaggio di un’altra cartolina. “Hanno scritto con onestà delle loro paure e delle loro inquietudini. La cosa che mi ha sorpreso è che avevano un atteggiamento positivo” ha commentato ancora Eland. Sui muri dei campi di battaglia sono affissi i ritagli colorati e un’altra recita: “Il mio ricordo fisso dell’Afghanistan è di un contadino umile che una volta mi ha detto ‘Sei lontano da casa, la tua famiglia ti deve mancare molto! Ti siamo molto grati'”. Quasi tutti i soldati hanno scritto della mancanza sofferta dei loro familiari: “In questa guerra si sente il lato personale, è una cosa molto universale, sono verità universali e probabilmente questa è l’importanza del mio lavoro” ha concluso Eland. “Ci sono due guerre da combattere: quella che vedono tutti e quella nella mente del soldato quando tutto tace”, dice una cartolina gialla.

 

(Photo Credit/TMNews)

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