Ferrara e l'”orribile segreto” della Fusani all’Unità

Cosa si nasconde dietro il passaggio della giornalista da Repubblica al quotidiano di Concita De Gregorio? Come nella migliore tradizione delle notizie date dall’Elefantino, è facile rispondere: niente. O meglio: lo stessa cosa che si nasconde dietro il passaggio di Fazzo al Giornale

“Adesso basta! Perchè non chiedete a lei come mai è passata da Repubblica all’Unità in condizioni ancora da chiarire. La Fusani che dà lezioni di moralità! Siamo in uno Stato di polizia!”. Quando Giuliano Ferrara ci si mette, è davvero insinuante; ma ovviamente, come tutti i censori della censura altrui, riesce sempre a essere garantista con i suoi e colpevolista con i nemici.

LA FUSANI, FAZZO E POLLARI – Dietro il passaggio di Claudia Fusani da Repubblica all’Unità, infatti, non c’è assolutamente niente, se non l’amicizia e la stima professionale che lega lei e l’attuale direttore del quotidiano che fu di Gramsci. Invece, è vero che all’epoca del passaggio, la Fusani non si trovava più bene a Repubblica, relegata alla redazione del sito internet dopo una brutta storia che l’ha coinvolta insieme al collega Luca Fazzo. Storia che però Ferrara insinua a metà, senza ricordarne i risvolti. E allora facciamolo noi, anzi: lo rifacciamo. E’ una storia che risale all’epoca in cui i vertici del Sismi finirono nei guai per la storiaccia di Abu Omar. Nella richiesta di custodia cautelare per i due funzionari del Sismi Marco Mancini e Gustavo Pignero, ce ne erano molte che illustravano i metodi dei servizi segreti e del loro capo Nicolò Pollari per farsi informatori nella stampa. Il caso più famoso è quello dello spione-fabbricante di bufale Renato Farina, ex giornalista di Libero ora radiato dall’OdG e aspirante vittima del destino cinico e baro. Ma a fungere da informatori, oltre all’agente Betulla, sono stati, per un certo periodo, anche due giornalisti diRepubblica: ovvero, proprio Luca Fazzo e Claudia Fusani.Come si evince dalle intercettazioni, i due hanno intrattenuto rapporti con Mancini – e fin qui nulla di male – ma gli hanno anche inviato via fax una serie di articoli della coppia Bonini-D’Avanzo che raccontavano le magagne del Sismi. Fazzo e Fusani erano all’epoca due firme di punta del quotidiano di Ezio Mauro: lui ha seguito fin dall’inizio il caso Parmalat, lei è l’esperta di servizi segreti della sede di Roma e ha scritto articoli di denuncia all’epoca del G8. I due hanno anche firmato insieme un pezzo sui retroscena della liberazione di Clementina Cantoni del quale non è difficile individuare la fonte.

LA RIVOLTA DI REPUBBLICA – Non appena escono fuori i nomi, il Comitato di Redazione di Repubblica manda via mail a tutti un comunicato nel quale esprime solidarietà nei confronti degli spiati e, nelle ultime righe, anche qualche frase assolutamente di prammatica sui colleghi Fazzo e Fusani. Bonini e D’Avanzo si arrabbiano e da quel momento tra loro e il CdR comincia uno scambio di mail sempre più furiose e lunghe come papiri, a cui i colleghi assistono con faccia sempre più stupefatta. Nel frattempo, la proprietà e la direzione del giornale decidono di convocare gli incriminati, per ascoltare cosa hanno da dire e decidere le sanzioni da adottare nei loro confronti. La prima a presentarsi è la Fusani: ammette tutto e spiega che ha agito in questa maniera per preservarsi la fonte Mancini. Se non avesse fatto quel poco che i servizi le avevano chiesto, era convinta che non sarebbe più stata presa in considerazione, magari a vantaggio della concorrenza (il Corriere). Le sue decisioni, insomma, erano derivate più che altro da una scelta professionale e – alla fine dei conti – aziendalista. Poi arriva Luca Fazzo (nel frattempo sanzionato dall’Odg). Che, con le sue spiegazioni, lascia tutti a bocca aperta: lui non ha inviato articoli per preservarsi la fonte, no. Lui è davvero convinto che l’attività del Sismi sia sempre stata volta a salvare l’Italia dagli attentati e dal terrorismo. E se ha agito così, è stato per rendere un servizio alla Patria con la p maiuscola. Voleva aiutare il proprio paese, e collaborare con i servizi gli era sembrato il modo migliore per farlo.

LA FINE DELLA STORIA – A quel punto a Repubblica decidono di “diversificare le pene” per i due: Fazzo viene licenziato in tronco, la Fusani invece viene “relegata” al sito internet, dal quale comunque firma molti articoli di livello, pur non occupandosi più di cronaca giudiziaria e servizi segreti. Finché non arriva la chiamata di Concita per l’Unità, da dove continua a firmare articoli di livello. Insomma, dov’è l’orribile segreto di Giulianone Ferrara? Non c’è, o meglio: è tutto qui. Anzi, c’è di peggio. Perché Ferrara non ricorda sicuramente che mentre la Fusani è passata, dopo l’inciampo professionale di Pollari, dalla Repubblica all’Unità, anche Fazzo ha trovato nuovi editori e lavori. Due, precisamente: è stato prima assunto al Tg5 di Mediaset, di proprietà di Silvio Berlusconi, e poi al Giornale, di proprietà del fratello di Silvio Berlusconi. Insomma, se c’è qualcosa di male nel cambio di lavoro della Fusani, allora ce n’è anche in quello di Fazzo. Che ne pensa, l’Elefantino? O bisogna anche ricordargli che Pio Pompa, dopo la defenestrazione dal Sismi, scriveva sul Foglio? C’è qualcosa di male anche in questo, per curiosità?

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