“Mamma, quando ti decidi a morire?”

Cosa succede quando si deve sopportare il dolore di vedere i propri genitori nei panni di malati terminali? È la domanda che si è posta Martina Rosenberg quando ha scelto di raccontarlo in un libro che ha indignato l’opinione pubblica.

IL LIBRO – Un nodo alla gola che corre lungo le 247 pagine di “Mutter, wann stirbst du endlich?” che tradotto suona più o meno come un invito a morire alla propria madre. “Il titolo non è una provocazione” ha spiegato l’autrice Martina Rosenberg che ha raccontato un calvario lungo dieci anni: “Se avessi intuito quello che avrei vissuto, sarei partita verso l’altro capo del mondo”. La donna ha assistito la madre malata terminale, ogni giorno, trasferendosi a casa dei genitori.

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L’ESPERIENZA  – “I miei genitori erano in pensione e ho pensato che potessero occuparsi di mia figlia ma poi si sono ammalati entrambi. Mio padre è stato colpito da ictus, riusciva a malapena a parlare. Poi si è ammalata anche mia madre”. “Quando muori, mamma?” è un libro che racconta l’esperienza di chi vive con i genitori malati gravi. Non si tratta solo dello stress di prendersi cura doppiamente della propria famiglia e dei genitori ma del dolore psicologico di vedere qualcuno morire lentamente senza poter fare niente. “Nessuno mi ha mai chiesto: ‘come stai Martina?'”, ha spiegato l’autrice.

FUTURO – Il testo rappresenta un riferimento per chi vive una situazione simile ma non è né una consolazione, né un riconoscimento. I Rosenberg sono morti due anni fa a distanza di nove mesi l’uno dall’altro e l’autrice porta ancora addosso “il senso del fallimento”. Il testo ha scosso l’opinione pubblica tedesca, riportando in auge il tema dell’eutanasia e del trattamento negli ospizi. L’impotenza mina e segna l’anima ma questo è o non è il senso della vita? Aspettare la fine e vivere il meglio. Chi riesce a farlo con dignità non merita un premio ma di sicuro ne esce fortificato.

 

 

 

(Photo Credit/Getty Images/Tages Anzeiger)

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