La teenager senza nome che fa causa all’Islanda

Il Daily Mail ci racconta della storia di una ragazza di 15 anni che ha deciso di fare causa allo stato islandese per vedersi riconosciuta il diritto di essere iscritta regolarmente all’anagrafe con il suo nome naturale, Blaer, letteralmente “leggera brezza”.

IL COMITATO PER I NOMI ISLANDESI – La giovane è stata battezzata con il nome “Blaer” ma non può cambiarlo perché lo Stato non permette un nome diverso rispetto a quelli segnati in una specifica lista. In Islanda quini esiste un registro con 1,712 nomi di uomo e 1,853 di donna. Questi sono stati studiati per proteggere i bimbi da eventuali lazzi linguistici. Se un genitore volesse applicare un altro nome deve prima chiedere un parere allo Stato.

 

LEGGI ANCHE: “Non parlate, siamo in Cina”

 

IL GUAIO DELL’ARTICOLO – La mamma di Blaer Bjarkardottir, Bjork Eidsdottir, ha spiegato che la scoperta dell’assenza del nome è avvenuta dopo il battesimo. Ad avvisarla proprio il parroco che aveva provveduto alla funzione. La donna ha poi spiegato che Blaer venne accettato nel 1973, a differenza di quanto successo in questo caso. Morale? Blaer in realtà non ha nome. E perché? Questo nome viene introdotto da un articolo maschile anche se il premio Nobel per la letteratura Halldor Laxness ha usato il termine con connotazione femminile.

NIENTE NOMI CHE INIZIANO PER C – Come detto quindi Blaer non ha un nome ed è identificata semplicemente come “Stulka”, ovvero “ragazza”, e ciò avviene anche sui documenti ufficiali. Ovvio immaginare come la cosa abbia gettato la giovane nel più profondo imbarazzo, aumentato dopo la consegna del passaporto e del documento d’identità. Per dare un’idea della rigidità del sistema svedese ogni nome che inizia per “C” viene rifiutato d’ufficio in quanto non esiste tale lettera nell’alfabeto locale. La mamma ha concluso spiegando che Blaer è un nome islandese ed ha auspicato che in futuro ogni donna sia libera di dare il nome che vuole alla figlia e che non vi sia un comitato che controlli se questi vanno bene o meno. (Photocredit Lapresse)

LEGGI ANCHE:

Share this article