Quanto costa una seratina con Nicole Minetti

Nello Trocchia del Fatto Quotidiano sonda l’universo Minetti: un mondo fatto di ospitate in discoteche e locali a prezzi esorbitanti, serate concordate dal suo management con i gestori dei locali di tutta Italia. Si parla addirittura di “sette, ottomila euro” per una serata in discoteca.

Scrive Trocchia su Il Fatto Quotidiano:

Per il veglione la Minetti sta valutando una ventina di proposte. Potrebbe venire nel suo locale come secondo o terzo passaggio della nottata”. Il nome di Nicole Minetti, con tanto di immagini patinate, è dentro il pacchetto all inclusive del ‘Glamour tour 2012-2013′ della consigliera Pdl: la diretta interessata smentisce. A metà novembre, infatti, il sito della società ‘Eventi&NonSolo’ di Matera, che organizza spettacoli con celebrità più o meno conosciute, pubblica la pagina nella sezione ‘vip donne’: ‘Nicole Minetti in tour’. Il pacchetto viene recapitato ad alcuni gestori dei locali di grido della movida italiana. Roma fra tutte.

 

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TAPPE SELEZIONATISSIME – A questo punto il giornalista si finge il gestore di un locale della provincia di Napoli e chiama la società per chiedere informazioni, con la scusa di voler organizzare il veglione di Capodanno con Nicole Minetti in veste di ospite di punta:

Chiamiamo il promoter e chiediamo informazioni fingendo di voler organizzare una festa con Minetti guest star. Ma il dubbio nasce: è davvero lei? “E’ lei – risponde il promoter al telefono -, ma il tour sarà di poche tappe selezionatissime. Per quanto riguarda le date normali stiamo sui 7-8 mila euro, per Capodanno ci vuole di più e le richieste, ripeto, sono tante”. Un cachet che si somma allo stipendio da consigliera.

“MODA COMUNE” – Dal canto suo la consigliera lombarda nega ogni cosa e, alla domanda di Trocchia risponde piccata: “Ti risulta che io abbia fatto serate in discoteca?” Il giornalista incalza e le parla del volantino che pubblicizza il Glamour Tour Frùscio. La Minetti rimane interdetta poi spiega che “si tratta di una moda comune. E comunque si dice Fruscìo”.

(Photocredit: Gian Mattia D’Alberto/LaPresse)

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