Ciclismo e bici truccate: Fanini sospetta anche di Schleck

09/06/2010 di Donato De Sena

Per l’uomo che ha più volte denunciato i mali del mondo professionistico della bici anche stavolta ci sarebbe poco da sorridere.

Cancellara alla fine dell’ultima cronometro (del Tour de France 2009, nda) si infuriò quando si vide battere a cronometro da Contador. Ma come? il più forte cronoman in attività, sicuro di aver fatto una prestazione imbattibile, si vede superare da un avversario sulla carta inferiore? Cancellara non si dava pace, dava la colpa alle scie delle moto e delle vetture (cosa impossibile perché i giudici sono sempre all’erta). La sua rabbia evidentemente nascondeva un segreto che allora nessuno immaginava… la bici a motore. Si sarà “mangiato le mani” pensando che se fosse partito dopo Contador poteva dare qualche “accelerata” in più e vincere facile, come dice uno noto spot“.

A parlare è Ivano Fanini, storico direttore sportivo, conosciuto per le sue battaglie per uno sport pulito: fu il primo presidente di società ad avere il coraggio di uscire dall’omertà e parlare a viso aperto di un argomento difficile e scomodo come il doping. Attraverso un comunicato sottolinea i suoi sospetti circa l’utilizzo da parte di alcuni ciclisti professionisti di un motore a batteria nascosto nel tubo verticale del loro mezzo, un trucco capace di far aumentare la potenza impressa sui pedali di alcune decine di watt balzato agli onori della cronaca grazie ad video, diffusosi rapidamente sul web negli ultimi giorni, che lancia interrogativi sulle prestigiose vittorie del campione della Saxo Bank Fabian Cancellara.

PER ALCUNI IMPOSSIBILE – I dubbi restano. Si tratta solo di una bufala o c’è qualcosa di vero? Chi prova a dimostrare che le accuse siano poco credibili parla di motori invisibili che non possono erogare potenza sufficiente per fare la differenza e sottolinea come il famoso “bottone” vicino alla leva dei freni della bici che servirebbe per attivare il motorino non compare in molti filmati. Cancellara ha definito il tutto “una storia idiota”, mentre nel blog di Attivissimo viene segnalata questa dimostrazione matematica per smentire il trucco.

PER ALTRI NOFanini si rifà alle dichiarazioni del campione olimpico Chris Boardman: “Non ci sono dubbi che questa tecnologia esistaha affermato il cronoman una settimana fa –  Ho partecipato ad una riunione dell’UCI dove gli ho mostrato esattamente come un procedimento di questo tipo poteva esistere. Gli ho parlato di nuovi materiali, essenzialmente provenienti dalla Formula Uno, capaci di produrre kilowatt da una semplice pila da 6 volt. Vi posso assicurare che, dopo la mia dimostrazione, c’è stato un lungo silenzio“. Il direttore sportivo nel trucco trucco, del quale avevano parlato in tv il giornalista Alessandro Fabretti e il commentatore Davide Cassani, tira in ballo anche un compagno di squadra dello svizzero: “Anche Andy Schleck della Saxo Bank mi da molto da pensare quando vinse la Liegi-Bastogne-Liegi facendo gli ultimi 30 km da solo a velocità impossibili inseguito a tutta da una decina di campioni che perdevano sempre più terreno“. Lo abbiamo ascoltato al telefono.

Che idea si è fatto del video di Cancellara che si è diffuso negli ultimi tempi. L’aiutino c’è stato o no?

Secondo me ci sono buone possibilità che l’abbia usato, ma non solo lui. Anche la squadra e anche altri. Credo che ci sia più di un campione ad aver usato questa cosa, anche di squadre diverse.

Ne ha parlato con professionisti e colleghi?

Ci sono delle prestazioni che sono molto sospette. Dopo il video pubblicato su You Tube mi sono interessato, ho guardato. Ma nel ciclismo come capita spesso tutti sanno, nessuno parla.

Lei si è consultato con colleghi e addetti ai lavori per sapere la loro opinione? Che aria si respira nell’ambiente? Si è possibilisti o si pensa sia surreale aver usato un trucco del genere?

Sono tutti convinti al 100% che è stato usato, medici, massaggiatori, direttori sportivi che conosco da una vita, da me è passato il mondo del ciclismo. Sono cose che a dire si fa male. Ma sono abituato a dire quello che penso, assumendomene tutte le responsabilità.

Come può un campione rischiare di usare una bici truccata? Da un massaggiatore, un meccanico, dalla squadra può sempre trapelare qualcosa, no?

Può sempre trapelare qualcosa, certo, come nel caso del doping. Ma lei crede che questi atleti che non hanno paura a praticare doping abbiano paura a farsi beccare con una bicicletta motorizzata? A chi è abituato a rubare non fa ne caldo né freddo. Loro hanno messo in conto anche il rischio. Quindi pensano “almeno qui non rischiamo al salute”. Il vantaggio poi è enorme. I massaggiatori e i direttori sportivi nel mondo del ciclismo gli atleti li considerano come macchine da Formula uno. Non è che vedono Cancellara come persona umana. I tempi sono cambiati. Fino a trent’anni fa, quando sono entrato nel grande ciclismo si parlava di un solo corridore, il famoso Simpson (Tom, nda), morto sul Mont Ventoux. Fino ad oggi, per dire, solo tra i corridori passati tra le mie squadre ne son morti sei. Certe cose oggi le dico senza problemi. Anche io ero come tutti gli altri una volta. Anche io fino agli anni ’90 non ero un santarello. Le corse che si son viste sarebbero tutte da mettere in discussione. Poi ho cambiato idea e son contento di averlo fatto. Vedendo ragazzi che passavano da me e andavano nelle grandi squadre e facevano una finaccia…

Prima d’ora aveva mai sentito parlare del motore nascosto nel tubo verticale?

E’ da un po’ di mesi che c’era movimento, dall’anno scorso. Ma mi son impegnato a vedere se potesse essere vero solo da quando è stato pubblicato il video di Michele Bufalino. Poi ho collegato la cosa alle corse dell’anno scorso. Andy Schleck nella Liegi Bastone Liegi. Era in fuga. Dietro di lui per 30 km c’erano dieci campioni che andavano a tutta, si davano cambi regolari ma non ce la facevano a prenderlo. Stesso discorso per Cancellara. Era convinto di vincere la tappa al Tour de France ma fu battuto da Contador per cinque secondi. Ne ho parlato nel comunicato.

Che impatto può aver avuto sul mondo del ciclismo.

L’Uci non ha aperto nessuna inchiesta finora. Gli organizzatori del Giro dicono che non c’è nessun problema con le bici motorizzate, che avevano fatto tutti i controlli, ma io ho degli amici al Giro d’Italia che mi hanno detto che non hanno avuto nessun controllo. Se poi uno come Davide Cassani dice che con una bici del genere avrebbe vinto le tappe al giro d’Italia… Cassani è credibile, è un ex campione, uno che è stato nazionale, come fa la Federazione a non interessarsi a 360 gradi del problema? Gli organizzatori del Giro non hanno fatto niente. Chi mi dice che qualche vincitore di tappa non l’abbia usato? Chi mi dice che Armstrong non sia tornato a correre dopo due anni con questo motore nascosto? Potrebbero essere decine di persone nel gruppo.

Lei parla di un mondo omertoso. Quanto si è sorpreso del servizio di Cassani?

Davide è un ragazzo che ha grossa esperienza. Ha sempre parlato chiaro su tutto. Non mi sembra che sia uno che si nasconda dietro un dito.

Molti smentiscono. Mettono in dubbio che possa essere stato montato il motore invisibile. Parlano di bici rumorosa e sostengono che è impossibile mettere una batteria.

C’è sempre qualcuno che cerca di deviare. Chissà per quali interessi. Ma penso che se un ex corridore stimato come Cassani dice che avrebbe potuto vincere una tappa al Giro d’Italia a 60 anni… credo che abbia capito che è impossibile trovare chi la usava e chi la usa. Credo sia talmente studiata bene… E con tutto il casino delle moto e delle macchine che c’è dietro una corsa è impossibile sentire un rumorino.

Lei che idea si è fatto di come è stata trattata questa vicenda?

In Italia non c’è grosso interesse a parlare di questo fatto. Se non ne parla la Gazzetta chi ne deve parlare? La Gazzetta non ha interesse ad approfondire… già è stata fortunata negli ultimi anni. Se andavano a vedere il Giro d’Italia 2009, 2008, 2007, non ci sarebbe stata una classifica perfetta. Sarebbero state tutte classifiche da neutralizzare.

Adesso che succederà? L’Uci che farà?

Credo che l’Uci debba aprire una inchiesta se vuol fare chiarezza al cento per cento. Ma probabilmente non lo farà.

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