Anche gli atei nel loro piccolo sono perseguitati

Si parla sempre di  credenti perseguitati, ma chi non crede non se la passa meglio, a volta anzi peggio. Impietosa la ricerca che l’International Humanist and Ethical Union (IHEU), un’associazione che raggruppa oltre 120 organizzazioni atee e umaniste da oltre 40 paesi, ha pubblicato in occasione della giornata mondiale per i diritti umani per denunciare come chi non crede è ovunque vittima di vessazioni e pregiudizi.

A MORTE – In sette paesi del mondo dichiararsi atei può condurre al patibolo, può capitare in  Afghanistan, Iran, Maldive,s, Mauritania, Pakistan, Saudi Arabia e Sudan. In altri paesi, come Bangladesh, Egitto, Indonesia, Kuwait e Giordania non si possono pubblicare testi ateisti o umanisti, sono vietati tra quelli blasfemi.

LA PATENTE RELIGIOSA – In molti di questi paesi poi occorre registrarsi come credenti alle religioni “ufficiali”, che sono poche e di solito le tre monoteiste, l’opzione agnostica non è contemplata e quindi l’ateo può solo dichiararsi credente o rinunciare ad avere i documenti per accedere all’università, il passaporto, la patente o addirittura non possono contrarre matrimonio, un’altra misura per limitare il contagio dei bravi fedeli e il dilagare dei senzadio.

CON I CRISTIANI NON VA MOLTO MEGLIO – Ma non succede solo negli intolleranti paesi islamici, in almeno sette stati americani agli atei è proibito servire in polizia (!) e in Arkansas non possono testimoniare in tribunale, visto che non possono giurare sulla Bibbia. Ma anche nel nostro paese non se la passano poi così bene, se qualche tempo fa una campagna dell’associazione italiana UAAR scatenò polemiche, resistenze e censure.

L’INTOLLERANZA MANIFESTA – Agli atei in generale si cerca d’impedire di parlare, accade da noi come negli Stati Uniti, dove numerosi sono i casi d’intolleranza verso gli atei, costretti a cambiare scuola, lavoro e spesso anche città dalla pressione dei bigotti che temono il contagio dei figli e chissà quali diaboliche influenze, anche se gli atei ovviamente non credono neppure nel diavolo e nel resto delle leggende cristiane, non è un rifiuto di Dio il loro, ma la scelta di non uniformarsi alle fantasie dei religiosi.

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ALTRE DISCRIMINAZIONI – Religiosi che anche al di fuori del mondo islamico godono d’immensi privilegi e macinano propaganda dalla mattina alla sera. Italia, Grecia, Russia, Polonia, Stati Uniti, Israele e quasi tutti i paesi sudamericani offrono infatti assurdi privilegi a chiese e sacerdoti dei culti monoteisti, privilegi che ovviamente sono negati agli atei istituendo odiose diseguaglianze.

Il rapporto “Freedom of Thought 2012” elenca tutti i casi nei quali si manifestano queste penalizzazioni ai danni degli atei, spesso bizzarre. Sono davvero troppi e il fatto che atei ed agnostici non si costituiscano in chiese e non facciano proselitismo, li rende inermi di fronte alle possenti pressioni che alcune religioni riescono a esercitare su governi e opinioni pubbliche e che si risolvono invariabilmente in discriminazioni a danno a chi non crede nei loro dei.

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