Morire di aborto clandestino a 28 anni

Voleva sbarazzarsi ad ogni costo della piccola vita che da tre mesi teneva in grembo. Così da sola, con un attaccapanni in ferro, ha cercato di interrompere quella gravidanza. E’ questa la ricostruzione della triste storia accaduta a Padova dove una giovane nigeriana è morta all’ospedale, al terzo mese di gravidanza, forse a seguito di un tentativo di abortire da sola nel suo mini in quartiere Stanga. La verità la svelerà l’autopsia, ordinata dalla procura di Padova che sta cercando di far luce e che hanno portato alla morte una 28enne nigeriana, Johanes Madel Ehiorobo.

 

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UNA STORIA COME TANTE – Una storia come tante, come già accaduto a Taranto lo scorso ottobre dove una 25enne dopo aver abortito di nascosto aveva nascosto il corpicino del piccolo, che in un primo momento non si trovava, in un armadio avvolto da asciugamani, che riportano alla mente storie di altri tempi, prima che in Italia esistesse la pre-legge 194. storie che le nostre nonne si tramandavano, di luoghi svelati dal passa passaparola e a cui ci si vergognava rivolgersi quando si doveva uccidere, di nascosto il figlio che non si voleva e si portava in grembo. Così, al di occhi indiscreti, lontano da chi potesse vedere e parlare ci si rivolgeva a chi quegli aborti li faceva, con stregonerie e simili, in casa. Storie di ragazze che sempre più spesso morivano sotto i ferri. Che sempre più spesso ricordavano quel gancio insanguinato trovato a casa di Johannes Mabel Ehirobo. Figlio di una relazione clandestina o, come nel caso di Padova proprio perché irregolare in Italia.

I DATI – Perché è vero e i dati parlano chiaro: le interruzioni di gravidanza in Italia si sono dimezzate: 109.538 nel 2011, contro le 234.801 del 1982. Prova forse che la 194 è una buona legge. Forse si direbbe. Perché se sono diminuiti gli aborti chirurgici, quelli clandestini si continuano a praticare. Così a Milano, in zona stazione Centrale, basta per esempio che una donna si sfiori la pancia nei sotterranei del metrò e subito si avvicina qualcuno per offrirle a buon mercato il Cytotec, un farmaco antiulcera che provoca come effetto collaterale forti contrazioni uterine e quindi l’aborto. Non solo. Si continua a uccidere negli studi dei ginecologi compiacenti o con la pillola del giorno dopo. 

 

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20MILA ABORTI CLANDESTINI – La clandestinità di oggi, 20.000 casi all’anno circa, non si pratica più con magie e stregoneria,i gambi di prezzemolo e i ferri da maglia. Basta usare il computer. E agire da soli. E se in Italia è difficile trovare siti che ti vendano piccole e pilloline, basta usare quelli stranieri che addirittura riescono a venderle a basso costo. Pillole che servono per curare la gastrite e l’ulcera e che assunti in caso di gravidanza provocano contrazioni uterine che espellono il feto, causando un aborto spontaneo con il 95% di successo. E così,  denuncia alla mano della Laiga (Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della 194) se tra cinque anni non si potrà più abortire perché i pochi medici non obiettori saranno andati in pensione, la soluzione fai da te diventa quella più facile da adoperare.  

IL FARMACO SI COMPRA IN RETE – I farmaci più conosciuti si chiamano Cytotec e Misoprox e contengono misoprostolo, sostanza contenuta anche nelle RU486 che provoca contrazioni uterine. Costano solo 14 euro. A usarle e a comprarle clandestinamente soprattutto le extracomunitarie, le minorenni che abortiscono di nascosto perché hanno paura dei genitori o le donne povere che non hanno soldi per andare ad abortire all’estero.  

GLI OBBIETTORI DI COSCIENZA – Donne che trovano davanti a loro muri spesso invalicabili come medici obiettori, sempre di più nel nostro Paese, la perdita del lavoro o semplicemente perché spesso sono clandestine irregolari. E che se perdono il lavoro perdono anche il permesso di soggiorno e sono obbligate tornare al paese di origine dove per di più si deve provvedere ad un figlio con la povertà che ti spetta. Su internet si possono trovare poi vari contraccettivi di emergenza come la pillola del giorno dopo a basso costo e quella e dei cinque giorni dopo. E poi c’è la caccia al clandestino. Cioè qualcuno che, spesso andando contro la propria coscienza, possa aiutarti ad abortire. Senza che nessuno parli. Senza che nessuno sappia. 

DIRITTO ALL’ABORTO – Altro che piaga dell’aborto clandestino sconfitta grazie alla Legge 194/’78. L’amara verità è che gli aborti clandestini rimangono. Ventimila casi all’anno, circa 40 donne al giorno nel nostro Paese abortiscono in totale clandestinità. Donne dimenticate, sole. In un Italia dove, a distanza di 30 anni dalla nascita della legge 194. conquistata con la dura lotta, la stessa non viene applicata. E dove invece andrebbe difesa e messa in atto per garantire il diritto di salute delle donne soprattutto. Al di là del problema etico e morale. Per un diritto che deve essere garantito, a chi lo richiede, proprio dallo Stato.

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